don Antonello Iapicca โ€“ Commento al Vangelo del 23 Ottobre 2022

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SOLO LA VERITAโ€™ APRE LE PORTE DELLA GIUSTIZIA

XXX Domenica del Tempo Ordinario. Anno C

Andare in Chiesa, frequentarla assiduamente, lustrarla e farci catechismo, anche pregarci tutti i giorni, puรฒ non voler dire nulla. Vi si puรฒ uscire esattamente come vi si รจ entrati. Eโ€™ quello che accade a โ€œchi presume di essere giusto e disprezza gli altriโ€. Come noi che, prigionieri di un Io sconfinato che si crede โ€œdiversoโ€, consideriamo gli altri solo dei poveri scarti di noi stessi.

Non a caso questa societร  edonistica e carnale idolatra il diverso a tutti i costi, al punto che la normalitร  diventa lโ€™eccezione da nascondere. Come nel Vangelo, dove il diverso, ovvero il fariseo, รจ in prima fila e il normale, ovvero il peccatore, se ne resta giรน in fondo.

Chi si sente โ€œdiversoโ€ si arroga sempre piรน diritti degli altri. Niente di nuovo, succede nelle famiglie, succede nella societร  con le nuove lobby โ€œdi genereโ€, รจ successo quel giorno nel Tempio. Ne รจ lโ€™immagine il fariseo, di fronte a Dio come davanti a uno specchio nel quale non vedeva che se stesso travestito da dio: โ€œstando in piedi, pregava rivolto verso se stessoโ€œ, secondo il senso del greco originale. Non prega, dialoga con se stessoโ€ฆ

E cosรฌ, purtroppo, proprio il luogo dove Dio ha dato convegno al suo Popolo, diviene la passerella dellโ€™ipocrisia. Come le nostre Chiese, le comunitร , e poi ovunque Dio ci ha dato appuntamento, a casa, al lavoro, a scuola. A causa dellโ€™inganno del demonio la nostra vita diviene unโ€™autocelebrazione no-stop, un Grande Fratello dove esibire ipocrite vanitร , per colorare di virtรน anche i peccati.

Il pubblicano, invece, โ€œnon osa neanche ad alzare lo sguardoโ€, posato sulla terra che definisce la veritร  su se stesso. Il testo greco suggerisce che egli non si sentiva semplicemente un peccatore, ma il peccatore. Per questo tende la mano a percuotersi il cuore dal quale sa che sgorga ogni malvagitร , per spezzettarlo e farne un cuore contrito ed umiliato.

In lui rinveniamo le sembianze del Signore Gesรน: Lui non รจ mai rivolto verso se stesso, ma perennemente rivolto verso il seno del Padre (cfr. Gv 1,18). Sulla Croce Gesรน ha gridato implorando a Lui perdono per tutti noi; รจ sceso allโ€™ultimo posto, โ€œa distanzaโ€ โ€“ e che distanzaโ€ฆ โ€“ sino a sentire lโ€™abbandono del Padre. Gesรน si รจ fatto pubblicano tra i pubblicani, disprezzato da tutti, perchรฉ i superbi, tu ed io, potessimo scendere i gradini che conducono alla veritร .

Lui รจ giร  nel fonte battesimale che ci attende oggi, nel buio di cui abbiamo paura, nella veritร  che ci puรฒ far liberi.Lo troveremo sempre lร  dietro, dove non te lo aspetti e non lo cercheresti: in chiesa, allโ€™ultimo postoโ€ฆ hai presente lโ€™angolo oscuro accanto alla bacheca con le riviste della buona stampa? Proprio dove si fermano quelli dellโ€™ultima ora nellโ€™arrivare a messa e della prima ad uscireโ€ฆ

Eโ€™ lรฌ che si prega, perchรฉ รจ solo allโ€™ultimo posto, lโ€™unico che ci fa autentici, che si sperimenta la paternitร  di Dio. Presumere di se stessi e credersi migliori, infatti, non fa parte del DNA dei figli di Dio. Tutto il contrario. Per questo non si diventa figli senza una lunga gestazione nelle viscere materne della Chiesa che ci rigenerano a immagine di Cristo.

Nellโ€™attitudine del pubblicano Gesรน rivela il cuore del cristiano. Egli รจ colui che, dopo un catecumenato che lo ha aiutato a conoscersi, รจ giunto nellโ€™abisso del suo nulla dove ha incontrato Cristo. Ha dato morte allโ€™uomo vecchio illuso e superbo, per rivestire il nuovo, sino ad assumere la stessa confidenza filiale di Gesรน.

Ben venga allora la Croce che pota lโ€™arroganza e ci โ€œumiliaโ€ dinanzi a Dio e agli uomini. Abbiamo paura vero? Non vorremmo che fossero svelate le nostre debolezzeโ€ฆ Davanti al marito o alla moglie, qualcosa sรฌ, che vuoi dopo tanti anni, ma proprio questa schiavitรน noโ€ฆ Che ne sarebbe della nostra relazione? Che farebbe mia moglie se sapesse che, a cinquantโ€™anni suonati, ancora cado attratto dalla pornografia?

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Davanti ai figli, beh questo proprio no. Loro devono avere modelli sani, non genitori scassatiโ€ฆ. E un prete, un vescovo, un papa, la prudenza invita a occultare difetti e peccatiโ€ฆ Che stolti siamo, ancora schiavi del mondo e dei suoi criteri. Certo, nella penombra non ci si avvede che, se Cristo si รจ fatto peccato e ora รจ lรฌ in fondo alla Chiesa, la stessa struttura del Tempio รจ ormai capovolta.

Il Santo dei Santi non si trova piรน laddove il fariseo si era inoltrato a presentare la propria pretesa giustizia, ma รจ disceso a โ€œgiustificareโ€, a perdonare e a fare giustizia del cuore contrito del pubblicano. Nella Chiesa si viene per scendere e non per salire, per sperimentare tutti a favore di tutti la stessa โ€œgiustificazioneโ€โ€ฆ

Eโ€™ quello che aveva sperimentato San Paolo caduto dalla propria superbia di fariseo: โ€œNella debolezza si manifesta pienamente la potenza di Dioโ€. La preghiera di un cristiano formato รจ il linguaggio filiale che esprime una fede adulta: stima chiunque superiore a sรฉ stesso. Eโ€™ il frutto del discernimento che ha su stesso e sulla storia: รจ la domanda di Grazia di un condannato a morte.

Il cristiano sa di camminare ogni giorno su un filo, con lo strapiombo a destra e a sinistra; non presume di se stesso e non nasconde a nessuno la propria debolezza, meno che meno a Dio. Si abbandona alla sua โ€œpietร โ€, nella certezza che, istante dopo istante, laddove potrebbe abbondare il peccato e condannarsi, sovrabbonderร  di certo la Grazia che lo giustificherร .

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