Cambiamento d’epoca
Sappiamo bene che il tempo non si può fermare e che ogni epoca porta con sé cambiamenti. Gesù denuncia l’ipocrisia di chi analizza e al massimo si lamenta dei cambiamenti senza accogliere la sfida, suggerita dai segni dei tempi, di cambiare mentalità. Infondo la conversione è essenzialmente il modo di vedere e giudicare la realtà per poi agire secondo Dio e non a partire dal proprio io.
La parola di Dio è luce che attiva la coscienza affinché possiamo avere una visione più intelligente del mondo e cogliere i segni dell’azione divina che ci precede. Si tratta di non ascoltare solamente il proprio io e di immaginare il mondo a partire dai propri bisogni o interessi, ma di mettersi in sintonia con le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di coloro che soffrono (GS 1).
Più che investigare sul perché accadono gli eventi, in particolare quelli dolorosi come la pandemia, dovremmo lasciarci interpellare da essi per verificare per chi viviamo. Quello che viviamo è un tempo in cui la salvezza passa attraverso l’arte delle relazioni umane. La storia insegna all’uomo che i solitari, anche se sembrano avere successo staccando gli altri per raggiungere per primi il traguardo della vittoria, non sono felici e non hanno vita lunga, in più, ciò che costruiscono finisce con loro.
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Gesù suggerisce lo stile della sinodalità, ovvero del camminare insieme sulla strada della vita che Dio traccia. Invece di giudicarci criticandoci in maniera subdola e di puntarci il dito con fare aggressivo per eliminare coloro che consideriamo ostacoli sul cammino di realizzazione dei nostri progetti, dobbiamo imparare da Gesù che, pregando nel segreto del cuore, si lascia guidare dallo Spirito Santo sulla strada nella quale gli incontra, accoglie, ascolta, accompagna, include, riunisce gli uomini per realizzare per loro e con loro il Regno di Dio dove ogni autentica speranza trova casa.
Commento a cura di don Pasquale Giordano
La parrocchia Mater Ecclesiae è stata fondata il 2 luglio 1968 dall’Arcivescovo Mons. Giacomo Palombella, che morirà ad Acquaviva delle Fonti, suo paese natale, nel gennaio 1977, ormai dimissionario per superati limiti di età… [Continua sul sito]