don Alessandro Dehò – Commento al Vangelo del 16 Ottobre 2022

353

Nostro importuno amore

Pregare sempre, senza stancarsi mai…

…come fosse un respiro, il battito di cuore, la contrazione di un muscolo involontario. Pregare sempre, fino a non accorgersene più, fino a far diventare ogni cosa un gesto di quotidiana liturgia, fino a lasciar fiorire ogni silenzio trasfigurandolo in adorazione.

Senza stancarsi mai, senza sforzo, lasciare che ogni singolo istante della vita possa naturalmente mostrarsi come epifania dell’attesa di Te.

- PubblicitĂ  -

Immergersi in una preghiera cosmica, assoluta, personalissima, preghiera che poi non è altro che il rapporto con te vivo e risorto qui e ora. Sarai tu, unica nostra totalizzante preghiera, a salvarci dalle nostre stanchezze.

Salvaci quando non ne possiamo più del peso della vita, del vuoto che ci aspetta, della malattia che ci schiaccia, del fallimento che ci opprime. Salvaci quando non reggiamo più il peso di noi stessi, quando siamo amareggiati nel vedere come siamo diventati, quando la vita stessa ci stanca perché ci appare sempre uguale, sempre muta, senza speranze che non siano state già smascherate.

Pregare, pregare sempre, è arrivare a sentirti presente anche lì. Anche quando noi ti malediciamo o, peggio, ti dimentichiamo. Accettarti come una benedizione, o come un’ossessione, come una presenza importuna.

Importuna come la vedova che non smette di bussare.

Una fede che importuna. Forse non esiste fede che non sia così. La fede non è altro che l’Amore che importuna il banale. L’Inedito che importuna l’ordinario. Lo stupore che importuna il dramma di una vita in cui gli effetti rispondono sempre allo stesso modo alle cause.

Importuno sei Tu Signore, che dici di pregarti sempre e fingi di dimenticarti delle mille volte in cui non ci siamo sentiti ascoltati da Te.

Importuno sei Tu Signore, ben piĂą della vedova, nella tua insistenza di pretendere da noi una fedeltĂ  spesso messa a dura prova.

Importuno sei Tu Signore, perché non accetti che noi possiamo vivere senza di Te.

Importuno sei Tu, ecco perché devi accettare di ascoltarci anche quando ci sentiamo traditi dalla vita, anche quando ti abbiamo pregato e tu non hai esaudito le nostre richieste, anche quando non accettiamo che la tua divinità si risolva in una fragile vulnerabilità.

Importuno sei Tu, ben più della vedova, e io di questo ti ringrazio, perché mi hai scovato sempre, hai bussato allo sfinimento alle pareti del mio cuore anche quando avevo deciso di provare a vivere senza di te. E hai avuto pazienza. E speranza. La fede è stata tutta tua.

Io non lo so Signore se ci sarà fede sulla terra quando tu tornerai, non so come saremo e non so nemmeno come sarò io quando arriverà il mio ultimo giorno. Certo mi pare di aver intuito, sento che esiste la resurrezione già qui, in ogni cosa, mi fido di te e ti credo presente perché ti ho sentito accanto anche nei momenti più dolorosi ma come sarò io l’attimo prima di morire non lo so. Se giurassi sono sicuro sentirei distintamente un canto di gallo. Tu lo sai che ti tradirò ancora mille volte.

Quando tornerai troverai ancora fede sulla terra? Non so cosa significhi davvero questo domanda ma sono sicuro che se ci sarà ancora una madre che piange per la morte del figlio, se ci saranno due cuori innamorati, se ci sarà un poeta, un fornaio, qualcuno che ancora saprà fare vendemmie a tempo debito, se ci sarà un animale, un fiore, un filo d’erba, una pietra, un libro, un uovo, se ci sarà ancora qualcuno capace di costruire un aquilone, se qualcuno si siederà a tavola per il gusto di stare insieme, se ci sarà anche solo un sorriso o una lacrima.

Se ci sarà un sentiero da percorrere, una fontana in un villaggio, qualcuno capace di commuoversi davanti a un gesto di gentilezza, se ci sarà anche solo un vecchio che si ricorda una sola parola della Scrittura o un bambino che la conosce tutta la Scrittura senza saper ancora leggere. Se ci sarà anche solo un sogno sognato con insistenza sono sicuro che Tu troverai fede esattamente lì, Tu sentirai che stavamo solo aspettando Te, che dentro la grande tragica commedia della vita stavamo solo aspettando di essere amati.

E se qualcuno si sarà stancato, perché ti assicuro la vita può anche stancare, anche quel sonno tu saprai leggerlo come consegna a te. Nostro dolce amore importuno.

AUTORE: don Alessandro Dehòpagina Facebook

Leggi altri commenti al Vangelo della domenica