don Pasquale Giordano – Commento al Vangelo del 15 Ottobre 2022

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Il Maestro interiore

Dopo aver messo in guardia i discepoli dal pericolo dell’ipocrisia che distrugge l’anima e averli rassicurati del fatto che il Padre ha in grande considerazione ciascuno dei suoi figli prendendosi cura di loro, Gesù li esorta a tenere sempre il cuore aperto alla voce dello Spirito Santo e ad essere docili alla sua azione. Lui illumina la mente perché possiamo riconoscere in tutti i fratelli, soprattutto nei più poveri, la presenza di Gesù per accoglierlo e servirlo.

Se è vero che Dio fa sorgere il sole sui cattivi e suoi buoni e fa piovere sui cattivi e sui buoni vuol dire che l’azione dello Spirito Santo non riguarda solo alcuni degli uomini, ma tutti; ma è pur vero che non tutti si lasciano illuminare e irrorare dalla grazia di Dio presumendo di potersi salvare da sé. L’orgoglio rende il cuore duro e refrattaria all’aiuto di Dio ma sa anche ben mimetizzarsi. Si possono ingannare gli uomini ma non Dio.

Paradossalmente ci sono quelli che per tante ragioni, soprattutto a causa di traumi psicologici e spirituali non elaborati, giungono ad arrabbiarsi contro Dio e a prendersela con Lui ma non si accorgono di pregare e quindi si aprono al perdono; per contro ci sono quelli che fingono di pregare perché hanno la Parola di Dio sulle labbra, tuttavia, non la lasciano penetrare nel cuore rendendosi impermeabili alla misericordia che perdona.

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Questi ultimi sono quelli che si lamentano continuamente degli altri e aspettano sempre che si presenti l’occasione giusta per testimoniare la propria fede e non si accorgono che le opportunità sono all’ordine del giorno soprattutto nelle situazioni di crisi. È proprio in quei momenti che si manifesta la durezza o la docilità all’azione dello Spirito.

Se obbediamo alla paura saremo portati ad affrontare i conflitti con le stesse armi di chi ci chiama in giudizio, se invece ci affidiamo a Dio diventiamo voce della parola di verità e strumento della sua potenza.

Signore Gesù, Tu che hai promesso di essere sempre con noi, donaci il tuo Spirito che apra i nostri occhi per riconoscerti nei fratelli più piccoli, illumini la nostra mente a comprendere la volontà di Dio e renda il nostro cuore docile alla sua azione per essere trasformati interiormente e resi strumenti efficaci della sua misericordia. Insegnaci a pregare offrendo al Padre il nostro dolore nella lamentazione e nella supplica piuttosto che inquinare con la lamentela il rapporto con gli altri e la relazione con Dio, sia quella personale sia quella altrui. Aiutaci a gestire i conflitti con la parresia, ovvero con la franchezza che non viene dall’arroganza umana ma è dettata dall’obbedienza allo Spirito Santo. 

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Commento a cura di don Pasquale Giordano
FonteMater Ecclesiae Bernalda
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