Innamorarsi di Dio
«Pregare sempre senza stancarsi». È possibile?
Secondo Gesù non solo è possibile, ma anche necessario! Per questo racconta la parabola della “vedova importuna”.
Ma come può uno pregare sempre? Deve pur lavorare, studiare, badare alla propria famiglia…
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Se ragioniamo in questo modo è perché non abbiamo compreso cosa sia veramente la preghiera. Pregare vuol dire anche recitare delle formule, ma non solo e non necessariamente. Se, infatti, recitiamo una formula di preghiera e non ci mettiamo il cuore, emettiamo dei suoni con la bocca, ma non preghiamo. L’essenza della preghiera è la “connessione” con Dio, per evocare un termine tipico della cultura digitale; è coltivare il senso della presenza di Dio. Come quando si è innamorati e l’amato/a è presente in modo pressoché costante nel cuore e nella testa… Ecco il punto: chi è innamorato di Dio prega sempre senza stancarsi. Prega anche quando lavora e quando riposa, quando si diverte e quando sta male: il “desiderio di Dio” non lo lascia mai!
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Sant’Agostino scriveva: «Il tuo desiderio è la tua preghiera: se continuo è il tuo desiderio, continua è pure la tua preghiera. L’Apostolo infatti non a caso afferma: “Pregate incessantemente” (1 Ts 5,17). S’intende forse che dobbiamo stare continuamente in ginocchio o prostrati o con le mani levate? Se intendiamo così il pregare, ritengo che non possiamo farlo senza interruzione. Ma v’è un’altra preghiera, quella interiore, che è senza interruzione, ed è il desiderio… Se non vuoi interrompere di pregare, non cessare di desiderare».