Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 14 Ottobre 2022

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Una cosa accomuna tutti i limiti e le incongruenze che Gesù ha notato in coloro che affermano di essere i gestori della fede ebraica, dei pretoriani della fede, dei puri e duri: l’ipocrisia, cioè il rischio di badare più all’apparenza che alla sostanza.

L’ipocrita è colui che indossa una qualche maschera, che vuole mostrarsi diverso da ciò che è. Ma non rispetto agli altri, un po’ di pudore va bene, ma davanti a Dio, come se dovessimo dimostrare a colui che scruta il cuore e le menti di essere diversi da ciò che veramente siamo.

E lo facciamo sostanzialmente perché temiamo il giudizio: degli altri, di noi stessi e di dio. Non certamente del Dio di Gesù che ci conosce fino in fondo, che non ci ucciderà mai con le parole e le critiche come fanno gli altri capaci di spegnere l’anima e di gettarci nell’immondezzaio, la Geenna.

Il Dio che ci legge il cuore è colui che ama e protegge i passeri, come potrebbe farci del male? Allora, se è così, di cosa abbiamo paura?

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