Gesù attacca radicalmente e risolutamente la sensazione e la presunzione di potersi accontentare di una buona facciata da esibire, senza fare i conti con le tenebre e il male latente che portiamo dentro il cuore. Si tratta di un pensiero che tutti conosciamo e coltiviamo, quello che ci spinge a investire tante energie per ordinare, pulire e mostrare solo una facciata.
Il Signore Gesù oggi affonda il colpo arrivando a sfidare l’orgoglio di essere, e non solo apparire, belle persone: l’ipocrisia degli scribi e farisei impedisce agli altri l’accesso a Dio e offre un alibi per aggirare i precetti più importanti della Legge di Mosè.
Peggio del peccato, peggio dell’indifferenza è l’ipocrisia che diventa ostacolo all’incontro col vero Dio, alla libertà di poter esortare tutti a condurre una vita all’altezza dell’amore di Dio, l’unico amore capace di trasformare la nostra vita e quella degli altri.
Gesù condanna l’atteggiamento ipocrita dei dottori della legge che si proclamano detentori della conoscenza di Dio confondendola con le proprie opinioni e i propri interessi: guai a voi che costruite i sepolcri dei profeti e guai a voi, dottori della legge che avete portato via la chiave della conoscenza. Voi non siete entrati e l’avete impedito a quelli che volevano entrarvi.
L’onore da essi reso ai grandi del passato non li induce a un cambiamento di comportamento, ma rimangono sempre sordi e ostili alle voci di Dio.
I loro padri hanno ucciso i profeti per non convertirsi e ora, invece di essere testimoni della sapienza di Dio, replicano quell’atteggiamento di ingiustizia esattamente come i loro padri, soffocando la Parola ascoltata.
La chiave è la conoscenza di quel Dio che è misericordia in Gesù, che ora si manifesta loro.
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi
I commenti di questo mese sono curati da Centro Diocesano per le Vocazioni di Pisa