Mons. Costantino Di Bruno – Commento al Vangelo del 11 Ottobre 2022

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MARTEDÌ 11 OTTOBRE – VENTOTTESIMA SETTIMANA T. O . [C]

Voi farisei pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma il vostro interno è pieno di avidità e di cattiveria.

Gesù usa ogni attimo del suo tempo dedicandolo all’annunzio della Parola e alla vera edificazione del regno di Dio in ogni cuore. Dinanzi a Lui c’è solo la persona da salvare. Non esistono le categorie umane. Ogni uomo è uomo. Un fariseo lo invita a pranzo. Gesù va e si mette a tavola. Accoglie l’invito con una sola finalità: seminare la Parola del Signore anche al fariseo e a quanti sono parte del suo modo di vivere la religione.

La stessa finalità dovrebbe anche viverla ogni discepolo di Gesù. Fare tutto per testimoniare, seminare, illuminare con la Parola del Signore ogni uomo. Quanti sono discepoli di Gesù e quanti non lo sono. Tutti devono essere illuminati. Invece il discepolo spesso tutto fa per oscurare la Parola di Cristo Signore nella sua vita e nella vita dei suoi fratelli di fede. Il fariseo vede e si meraviglia.

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Gesù non ha fatto le abluzioni prima del pranzo. Gesù non è venuto per dare vigore legale, divino alle tradizioni degli uomini. Lui è venuto per mettere in ogni cuore la Luce vera, la Luce divina, la Luce eterna. Gesù dona questa Luce, perché tutti possano vedere il Padre suo e la bellezza della sua Parola, la santità dei suoi Comandamenti, l’eternità della sua Legge. A nulla serve osservare le consuetudini degli uomini. Sono solo modi umani. Gesù non è venuto per dare valore eterno alle cose umane, ma per riempirle della vera eternità. Gesù si serve della meraviglia del fariseo per seminare la verità di Dio e delle cose di Dio nel suo cuore e nel cuore dei presenti.

Suprema strategia della sapienza divina. Ogni occasione viene vissuta in vista della semina della Parola. “Allora il Signore gli disse: «Voi farisei pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma il vostro interno è pieno di avidità e di cattiveria»”. È questa l’ipocrisia. Mostrare bello l’esterno al fine di nascondere il marciume che c’è dentro. Il corpo è curato in ogni suo aspetto. Esso va lavato. Ma anche il cuore va lavato, purificato, santificato. Anche il cuore va bagnato nell’acqua della verità della Parola del Signore. Lo si immerge con l’obbedienza alla Legge di Dio.

L’uomo è fatto di visibilità e di invisibilità, di corpo e anima, di cuore e di volontà, di spirito e di molte altre facoltà. Il corpo è unità mirabile di molti suoi elementi. L’unità va tenuta pura, non una parte di essa e per di più la parte visibile. Chi vuole mantenere puro l’uomo deve iniziare dal cuore, dalla mente, dall’anima, dallo spirito, dai desideri, dai sentimenti. Questa purezza è di essenza. Senza questa purezza, anche il corpo è impuro, perché lo si usa per l’impurità. Possiamo anche lavarlo o tenerlo in ammollo per diverse ore al giorno, ma è un corpo impuro. Oggi il corpo non si fa bello per l’impurità, per il vizio? Lo si fa bello per usarlo come strumento di peccato. La bellezza fisica a che serve se non a stimolare gli istinti peggiori della persona umana? Invece se si facesse puro il cuore, tutto cambierebbe. Cuore puro, occhi puri, mente pura, parola pura.

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LEGGIAMO IL TESTO DI Lc 11,37-41

Ora Gesù insegna ai farisei e per loro tramite ad ogni uomo, che il corpo e tutto l’uomo inizia ad essere puro da quando comincia a liberarsi dal vizio dell’avidità e dell’avarizia. Questi due vizi danno vita ad ogni altro vizio. Ci si libera da essi e ogni altro vizio potrà essere governato. Quando avidità e avarizia si impossessano del cuore, non c’è più spazio per il Signore e per la sua Legge santa. Per avidità si vende anche la Legge del Signore e per avarizia tutto si sacrifica, anche il padre e la madre si è capaci di rinnegare. Tutto inizia dalla libertà. Ma c’è un peccato la cui gravità è senza misura. Questo peccato non è l’omissione dell’insegnamento del Vangelo. Il non insegnamento del Vangelo per noi oggi non è il più grave peccato. Questo peccato è gravissimo. Ma non è il peccato più grave. Il peccato più grave è il falso insegnamento del Vangelo, della Tradizione, del deposito della fede, della sana dottrina. Con questo peccato si chiudono le porte del regno dei cieli. Chi lo commette non entra in esso. Non permette però che altri vi possano entrare. Ecco il gravissimo peccato: per il falso insegnamento della Parola del Signore si chiude al mondo intero il regno di Dio. Si condannano gli uomini alla perdizione eterna. Perché si condannano gli uomini alla perdizione eterna? Perché senza il conforto della luce della verità e della grazia del Signore, l’uomo si abbandona ad ogni sorta di trasgressione giungendo fino al soffocamento della verità nell’ingiustizia. Ecco perché non c’è peccato più grande di questo. Quanti sono preposti all’insegnamento della Parola del Signore devono mettere ogni attenzione, ogni vigilanza, ogni cura. Anche una loro svista potrebbe chiudere a molti il regno di Dio. Per una vista si perde un’anima per la quale il Signore ha dato la vita. Ma oggi questo problema per tanti non esiste più. Ormai neanche più si crede nella perdizione eterna. Alla fine – si dice – sempre trionfa la misericordia di Dio. Falsità, madre di ogni falsità! La Madre di Dio ci insegni a fare puro il nostro cuore, puro come è puro il suo cuore.

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