GIOVEDÌ 06 OTTOBRE – VENTISETTESIMA SETTIMANA T. O . [C]
Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!».
Prima regola della preghiera: si chiede da amici di Dio e non da nemici, in grazia e non nel peccato, da figli e non da estranei, da obbedienti e non da disobbedienti, da ascoltatori del Padre e non da sordi alla sua voce. Seconda regola: l’aiuto di Dio non è solo necessario, ma anche indispensabile. Senza il suo aiuto si interrompe la nostra storia, la nostra vita. Terza regola: offrire sempre a Dio le motivazioni della nostra richiesta. Non chiediamo per vizio, né per vanagloria, né per superbia, né per stoltezza o insipienza.
Chiediamo solo per necessità e per urgenza. Chiediamo perché solo Lui può intervenire efficacemente nella nostra vita. Se Lui non interviene, nessun altro potrà intervenire. Chiediamo perché solo Lui è la sorgente, la fonte del nostro bene. Il bene che chiediamo è un bene vero. La nostra deve essere una preghiera di carità e di amore. Quarta regola della preghiera: l’invadenza a motivo della urgente necessità. L’invadenza è costringere il Signore a concedere la grazia richiesta. Se Dio non esaudisce la richiesta, non dorme, perde la pace.
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Queste regole della preghiera vengano sempre osservate: amicizia, obbedienza, amore, verità, giustizia, grazia, invadenza, ragioni della richiesta. A chi dobbiamo chiedere? A chi dobbiamo cercare? Presso quale porta dobbiamo bussare? Si chiede al Padre, si cerca presso il Padre. Ma anche si bussa al cuore del Padre. La condizione o le condizioni vanno sempre osservate. Mai si chiede, mai si bussa, mai si cerca dal peccato, dall’ozio, dal vizio, dalla trasgressione dei Comandamenti, dalla disobbedienza alla Legge.
Quando si osservano le regole della preghiera, sempre il Signore viene in nostro soccorso. Urge però dare una ulteriore regola circa la preghiera. Questa regola vuole che noi cerchiamo a Dio dal nostro cuore e dalla nostra volontà, ma anche vuole che lasciamo a Dio l’esaudimento della nostra preghiera dalla sua sapienza, intelligenza, provvidenza, conoscenza eterna. Gesù prega nell’orto degli Ulivi perché venga liberato dalla morte. Il Padre libera Gesù dalla morte, ma nella morte.
Lo libera donandogli un corpo glorioso, immortale, incorruttibile, spirituale. Lo libera dalla sua sapienza eterna. Un padre cerca sempre cose buone per i suoi figli. Poiché Dio è Padre, al di là di ogni nostro pensiero sulla paternità, potrà dalla sua bontà eterna e sapienza divina darci qualcosa che ci faccia del male? Mai. Non ci darà cose buone. Ci dare le cose migliori. Noi chiediamo dalla carne. Il Padre sempre ci risponde dalla sapienza eterna e divina. Lui sa cosa è buono per noi in ogni istante ed ha già provveduto.
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Attende solo che noi glielo chiediamo con preghiera fiduciosa. La relazione è tra Padre e figlio. Se il figlio chiede al padre un uovo, gli darà forse il padre uno scorpione? Se il figlio chiede una cosa buona, gli darà il padre una cosa cattiva? Sempre gli darà una cosa buona, anzi la migliore. Ora pensiamo alla nostra relazione con il Padre nostro celeste. Se noi gli chiediamo una cosa cattiva, il Padre potrà mai darci ciò che è male per noi?
Noi gli chiediamo una serpe e Lui ci dona un pesce. Cambia il male in bene. Noi, nella nostra stoltezza, gli chiediamo uno scorpione e Lui ci dona un uovo. Questa è la saggezza del Signore. Lui sempre trasforma le nostre stolte e insipienti preghiere in esaudimento di cose eccellenti, ottime, santissime per noi.
LEGGIAMO IL TESTO DI Lc 11,5-13
La conclusione di Gesù al discorso della preghiera va al di là di ogni logica umana. Dalle cose, Gesù passa alla preghiera di richiesta dello Spirito Santo. Perché i discepoli di Gesù devono chiedere al Padre lo Spirito Santo? Perché questa apertura sullo Spirito Santo? Perché lo Spirito Santo è la Sapienza Eterna che guida il Padre in ogni suo agire, ogni sua opera, ogni suo pensiero, desiderio, manifestazione della sua volontà.
Il Padre tutto opera per il Figlio nello Spirito Santo. Il cristiano è nel Figlio. Il Padre tutto vuole operare sulla terra per mezzo dei suoi figli di adozione. Deve però operare nel Figlio per mezzo dello Spirito Santo. Il cristiano che è in Cristo chiede lo Spirito Santo al Padre e il Padre glielo concede. Rimanendo il cristiano in Cristo e lasciandosi condurre dallo Spirito Santo, il Padre può continuare la sua opera di redenzione e salvezza in favore dell’umanità. Può agire per mezzo dei suoi figli e del suo Santo Spirito. La Madre di Dio ci aiuti nella nostra preghiera.