Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 3 Ottobre 2022

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Commento al brano del Vangelo di Lc 10, 25-37

Come leggi la Parola? La lasci correre via, distrattamente, la vivi come se fosse una sorta di pia leggenda per anime semplici (e retrograde), la usi come un corpo contundente per mettere in difficoltà chi ne sa di meno?

Il dottore della Legge non ha alcuna intenzione di confrontarsi con Gesù, vuole solo metterlo in difficoltà, dimostrare la sua superiorità. E Gesù, tenero, sta al gioco, vede un qualche spiraglio di consapevolezza, spera in una fessura per scuotere le sue certezze. Ma tutto parte da quella domanda: come leggi? 

Se leggiamo la Parola per avere conferma delle nostre opinioni, per sentirci a posto, per – umilmente – pesare le colpe degli altri, allora la nostra vita sarà una conseguenza di quella lettura miope e ristretta. Ma se, invece ci smuove, ci disturba, finanche ci ferisce, allora possiamo cambiare, e cambiare anche la lettura della realtà e della vita.

Come scoprire che anche un avversario, un samaritano, può farsi prossimo e vivere di compassione.

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