don Mauro Pozzi – Commento al Vangelo di domenica 2 Ottobre 2022

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Il commento al Vangelo di domenica 2 ottobre 2022, a cura di don Mauro Pozzi.

Noi siamo nulla in confronto all’universo, rendiamocene conto e non pretendiamo di essere serviti, ma di servire.

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SERVI INUTILI

Gli apostoli esortano il Signore ad aumentare le loro fede. Questo è il punto di partenza che non va perso di vista per capire la risposta di Gesù. La prima parte sottolinea che alla fede nulla è impossibile, nemmeno il voler qualcosa di strano come trapiantare un albero in mare. Non deve nemmeno essere un grande fede, ma piccola come un semino.

Possibile che gli apostoli non avessero fede? Il vangelo ci dice che in effetti è così visto che alla fine abbandonarono tutti Gesù al suo arresto e addirittura tra loro c’era un traditore. I dodici hanno vissuto col Maestro per tre anni ed erano tiepidi, figuriamoci noi! Diventa allora fondamentale la seconda parte del discorso del Signore, che sembra fuori dal contesto, per capire cosa significhi aver fede.

Un servo, a quei tempi, era proprietà del padrone e veniva mantenuto in forza del lavoro svolto, come si fa con gli animali che si allevano in funzione della loro utilità. Il contadino non paga la mucca per il suo latte, ma al contrario ritiene quel latte come suo visto che le ha dato stalla e foraggio. Allo stesso modo il padrone non si sente obbligato verso il servo. Ora, noi siamo i servi e il Signore è il padrone.

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Quello che limita la nostra fede è che noi vorremmo che fosse il padrone a rimboccarsi la veste per servire noi, come se il poco che facciamo fosse un merito. La nostra preghiera è quasi sempre un domandare, vorremmo che la nostra volontà fosse sempre esaudita, ma difficilmente ci chiediamo che cosa Lui voglia da noi. Gesù ci ha insegnato a chiedere che sia fatta la tua volontà.

Allora avere fede implica accettare questa volontà, non però come un terribile sacrificio, ma con la certezza che il Signore vede più lontano di noi e sa quello che va meglio per noi. Pretendere ed essere convinto di avere dei crediti nei confronti di Dio, è un atteggiamento che crea come uno schermo alla Grazia e fa essere sordi e ciechi nei suoi confronti.

Siamo servi inutili perché siamo al mondo da pochi decenni e pretendiamo di spiegare al Dio eterno, che ha fatto l’universo intero, che cosa deve fare e perché deve farlo. Senza umiltà non si può aver fede. I santi fanno i miracoli perché hanno annullato la loro volontà e vogliono solo quello che Dio vuole.

Questa totale apertura e disponibilità è la via che apre il cuore alla fede. Siamo invitati a cambiare modo di pregare: invece di par lare, ascoltare; invece di chiedere, accettare con fiducia; invece di lamentarsi, lodare e ringraziare.