Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 13 Settembre 2022

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Nain, la graziosa, ha perso la gioia e la grazia richiamata dal nome, grazie alle sua posizione favorevole sulle colline di Galilea. La folla, straziata, accompagna fuori dal villaggio il figlio unico di una madre vedova.

Quale dolore peggiore possiamo immaginare? Interviene, il Signore, tocca il cadavere e non contrae l’impurità: non è Gesù a contaminarsi con la morte, ma è la vita che contagia il giovane che resuscita.

Quando il Signore entra nelle nostre vite ciò che è morto, ciò che langue, ciò che è ammalato e apparentemente inguaribile, ritrova vita, energia, voglia di fare e di vivere. Gesù è portatore di vita e l’annuncio del Regno che avanza fa indietreggiare i segni del peccato quali la malattia e la morte.

Certo, piangiamo ancora i nostri giovani in questo tempo ancora incompiuto, ma ci fidiamo, crediamo e testimoniamo il Signore che ci restituisce la vita piena.

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