Mons. Costantino Di Bruno – Commento al Vangelo del 4 Settembre 2022

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04  SETTEMBRE  – VENTITREESIMA DOMENICA T. O . [C]

Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo

La sequela di Gesù poggia su delle regole che non possono essere mai trasgredite. Se si osservano, si è suoi discepoli. Se non si osservano, non si è suoi discepoli. Poiché queste regole sono dettate da Cristo Signore, chi chiede ad una persona che osservi queste regole non può essere accusato né di rigidità, né di fondamentalismo, né di tradizionalismo e neanche di privare il cuore della gioia. Non è chi le ricorda che scrive le regole. Se le scrivesse chi le ricorda, potrebbe essere accusato con ogni accusa, anche la più infamante. Invece chi ha scritto le regole è Cristo Signore e di certo non possiamo accusare Gesù di essere dalla morale rigida. Né possiamo accusarlo di richieste esorbitanti dal momento che chiede per essere suoi discepoli di amare Lui più di quanto si ami il padre, la madre, la moglie, i figli, le sorelle e perfino la propria vita. Per amare Gesù si deve essere disposti al martirio non quando il martirio verrà, ma al momento stesso di scegliere Gesù e di essere suoi discepoli.

Altra regola necessaria per essere suoi discepoli è prendere ognuno la propria croce e andare dietro di Lui. Che significa andare dietro di Lui? Significa che lui cammina verso la piena obbedienza, il pieno annientamento, il totale annichilimento di sé per dare la più grande gloria al Padre suo. Se noi non rinneghiamo noi stessi fino alla morte per dare gloria a Cristo, non possiamo essere suoi discepoli. Questa non è morale rigida. Non è fondamentalismo. Non è tradizionalismo. Non è chiedere l’impossibile. Perché chi chiede queste cose è Colui che per noi ha dato la sua vita. Ha amato noi fino al dono totale di sé e lo ha fatto da Crocifisso.

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LEGGIAMO IL TESTO DI Lc 14,25-33

Gesù chiede ad ogni uomo di ponderare bene la sua scelta. Chi decide di seguire Lui, prima si sieda, misuri la sua volontà, verifichi la sua decisione, scandagli il suo cuore, saggi la sua anima. Se appura che è capace di seguire Gesù fino al martirio, prenda la decisione di seguirlo. Se invece riconosce che la sequela non è per lui, meglio non iniziarla, anziché una volta iniziata, interromperla e tornare indietro. La sequela di Gesù è cosa seria. Essa obbliga all’osservanza di tutte le regole. Se una persona non vuole osservare le regole dettate da Gesù neanche vuole essere suo discepolo. Se non vuole essere suo discepolo, allora che neanche inizi la sequela. Queste regole date da Gesù, oggi ci rivelano che quasi tutti i nostri discorsi sulla “natura cristiana” sono falsi, menzogneri, bugiardi. Sono discorsi che trovano il fondamento nella nostra carne e non invece nello Spirito Santo. Come si fa a sostenere che si è rigidi se si insegnano all’uomo le regole che Cristo Gesù ha dettato per lui? Come si fa ad accusare chi annuncia il Vangelo che è un fondamentalista, se viene insegnato solo il Vangelo predicato e vissuto da Gesù? Come si fa ad accusare di moralismo chi, predicando il Vangelo, ricorda le esigenze morali di esso? Il Vangelo è morale. Anzi è altissima morale.

Ogni falsa accusa contro quanti predicano fedelmente il Vangelo nasce da una mente che ancora è governata dalla carne. Chi invece è governato dallo Spirito Santo, con la sua sapienza sa sempre come presentare il Vangelo ad ogni uomo. Ma sa anche condurre pian piano le pecore madri e portare sul petto gli agnellini. Ma tutto questo è possibile solo per colui che è governato dallo Spirito Santo e non vive sotto il regime della carne. Sempre chi è preposto a vigilare affinché il Vangelo venga annunciato nella purezza della sua luce e della sua verità, luce e verità anche morali, quando parla agli altri, è obbligato a parlare con nel cuore lo Spirito Santo. Se parla a braccio, a sentimento, a pensieri del suo cuore, i mali che genera sono oltremodo incalcolabili. Anziché correggere gli errori, rischia di danneggiare gravissimamente lo stesso Vangelo. È quanto sta accadendo ai nostri giorni. Volendo togliere la polvere dal Vangelo, si getta nel fuoco lo stesso Vangelo. Di certo la polvere è tolta. Ma a quale prezzo? Al prezzo di aver ridotto in cenere e polvere tutto il Vangelo. È grande stoltezza. Chi parla dal Vangelo, deve sempre parlare con parole di Dio, parole di Spirito Santo, parole di grande luce. La Madre di Dio faccia sì che tutti i ministri del Vangelo parlino dal cuore dello Spirito Santo. Il Vangelo brillerà sempre di sapienza divina e convertirà i cuori.

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