Lectio divina
Se รจ vero che il cristiano non cerca i primi posti per essere visibile e non รจ un arrampicatore sociale per guadagnare posizioni di potere, รจ altrettanto vero che non puรฒ e non deve essere โinvisibileโ, cioรจ senza sapore e colore, ma ha la missione di essere โtrasparenza di Dioโ.
Il dramma di ogni uomo, e del cristiano in particolare, รจ quello di essere insignificante. Il rischio reale รจ quello di essere contenitori senza contenuto, barattoli vuoti, fiori di plastica, corpi senzโanima.
Falso non รจ solo il contrario di vero, ma anche lโopposto di vitale e portatore di senso.
Finzione e insignificanza sโintrecciano in un connubio malefico che indurisce il cuore di chi si concentra piรน a curare lโapparenza ed รจ attento al giudizio altrui piuttosto che riflettere sul significato di quello che fa e discernere ciรฒ che รจ bene operare nella propria vita.
Gesรน si ferma ad osservare i suoi seguaci il cui numero cresceva sempre di piรน. Gli occhi con i quali analizza la situazione non sono quelli dellโambizioso che brama consensi e fama, ma quelli di chi cerca il volto di Dio, amore misericordioso, e si fissano sul suo cuore di Padre in cui sono custoditi i sogni piรน belli che riguardano gli uomini. Gesรน conosce ciรฒ che cโรจ nel cuore degli uomini e soprattutto in quelli che lo seguono. Sa che i loro ragionamenti sono incerti perchรฉ viziati dallโambizione e dallโorgoglio, come ammette anche lโautore del Libro della Sapienza (prima lettura). Seguire Gesรน vuole dire imitarlo nellโopera del discernimento per comprendere quale sia la volontร di Dio e come fare della propria vita un sacrificio a Lui gradito. Gesรน accoglie con sรฉ chi, rinunciando alle proprie ambizioni personali accetta di mettersi alla sua scuola per diventare come lui sacerdote misericordioso e fedele.
Paolo, vecchio e in catene, guarda Onesimo e Filemone con lo stesso sguardo, mite e benevolo. Ha generati entrambi alla fede, anche se attraverso percorsi diversi; ora li esorta ad accogliersi come fratelli e ad amarsi reciprocamente con lo stesso amore con cui Dio li ha amati. Ognuno di loro deve compiere un cammino di purificazione per andarsi incontro e abbracciarsi come figli e fratelli.
Probabilmente Onesimo era scappato dalla casa di Filemone, di cui era servo, per cercare la libertร ma aveva trovato le catene del carcere. Lรฌ la provvidenza li aveva fatti incontrare e Onesimo, convertito alla fede cristiana, aveva compreso che la libertร non coincideva con il riscatto sociale, ma nel passare dallโessere schiavo al servire con amore. Filemone, uomo ricco, aveva giร fatto il suo percorso di conversione e ora Paolo gli chiede di mettere da parte il suo orgoglio e di riaccogliere come un figlio il suo servo. Filemone e Onesimo, nella crisi che aveva incrinato il loro rapporto personale, comprendono il senso piรน profondo dellโessere discepoli di Gesรน Cristo.
Chi segue Cristo non punta orgogliosamente ad essere perfetto esecutore di una legge, ma matura il desiderio di essere autentico testimone dellโamore di Dio nella vita fraterna.
Per tre volte Gesรน ripete โnon puรฒ essere mio discepoloโ indicando le condizioni per fare una vera scelta cristiana.
Gesรน in maniera volutamente provocatoria pone come prima condizione lโodio. Lโeffetto destabilizzante del modo di parlare di Gesรน ha lo scopo di indurre lโascoltatore ad esaminarsi non in base alla legge, ma alla luce del rapporto con lui. Nel linguaggio biblico odiare significa dissociarsi, trascurare. Quando riguarda le persone, questo sentimento traccia una linea di demarcazione tra lโessere dipendenti dalle scelte o bisogni altrui e lโessere autonomi, cioรจ rispondenti alla propria coscienza. Le scelte che compie il discepolo di Cristo sono responsabili nella misura in cui rispondono innanzitutto alla volontร di Dio; quel Dio, peraltro, che non conduce in un mondo virtuale, ma che accompagna nel cammino della maturitร umana e delle relazioni fraterne basate sul rispetto e lโamore, soprattutto dei piรน deboli.
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Lโodio di cui parla Gesรน non porta allโuso della violenza per rompere le relazioni con gli altri, anche a costo di rimanere soli. Al contrario, รจ una forma di purificazione e crescita personale per vivere le relazioni in modo sano e costruttivo. Chi ama veramente sa anche odiare, cioรจ prendere le distanze e distaccarsi dal proprio egoismo, dallo stile capriccioso e ricattatorio che cerca di piegare o โconvertireโ lโaltro al proprio volere. Senza questa condizione di distacco non si puรฒ maturare una scelta dโamore libera, consapevole e responsabile.
Senza la rinuncia a vivere le relazioni, di per sรฉ buone, come lo farebbe una persona immatura, esse rimangono in piedi come uno stabile disabitato o come un sepolcro imbiancato. Tutti gli affetti sono buoni, ma senza un processo di maturazione, essi si trasformano in una maledizione. Un amore che rimane nella sua fase incipiente si trasforma nel suo opposto. Un amore che passa attraverso il crogiuolo delle crisi e viene purificato fa delle relazioni familiari una profezia della comunione dei santi.
La seconda condizione mette a fuoco la necessitร di non scaricare la propria croce sugli altri, colpevolizzandoli, ma di accettare serenamente i propri limiti. Infatti, le due parabole suggeriscono lโidea che la vita รจ un processo costruttivo e al tempo stesso รจ una lotta. Lโamore ci aiuta ad essere meno rigidi e meno fissati sulle nostre convinzioni ma piรน flessibili e capaci di sempre riformulare i nostri programmi in base alla realtร . ร il confronto con la realtร che determina i tempi e i modi della nostra attivitร . Dio ci parla attraverso la storia concreta e contingente con le sue esigenze e criticitร . La realtร cโinterpella affinchรฉ possiamo fare le scelte piรน giuste in conformitร alla volontร di Dio.
Portare a compimento quello che si รจ iniziato e vincere contro le avversitร sono due cifre simboliche della vita cristiana. Essa puรฒ giungere a maturazione e superare le difficoltร nella misura in cui si guarda la propria situazione con realismo e, se ci si trova mancanti, si ha la pazienza di aspettare e lโumiltร di cercare soluzioni attraverso alleanze.
Non bisogna sfidare ma avere fiducia. Sfidare ha la stessa radice di sfiduciare e quindi di contrapporsi una continua battaglia per avere la meglio.
Nella relazione, con Dio e con i fratelli, riconoscersi mancanti non deve indurre alla vergogna, ma a riformulare i propri progetti in base alle forze che si hanno e alle condizioni in cui ci si trova. A volte le accuse che muoviamo contro gli altri sono il modo per nascondere, innanzitutto a noi stessi, fragilitร e mancanze. La croce diventa terreno di scontro e contrapposizione se non addirittura unโarma per deprezzare e delegittimare lโaltro.
Lโaccusa dโincoerenza lanciata contro gli altri funge da alibi per non prendere su di sรฉ la responsabilitร della propria croce e farne unโoccasione dโincontro in cui farsi aiutare.
Mettere sulla bocca di Gesรน lโinvito alla rassegnazione significherebbe tradirlo e contraffare il vangelo.
Rinunciare ai propri averi รจ la terza condizione per essere cristiani autentici. Sia chi costruisce la torre, sia il re che va in guerra, non agisce per compiacere qualcuno o per dimostrare il suo valore. Agisce saggiamente colui che prima di decidere e scegliere, pondera, valuta e discerne. Ogni decisione รจ โdivisioneโ, รจ โcrisiโ che implica lasciare e rinunciare ad accumulare per puntare tutto su Dio, a Lui orientare la volontร e offrirgli in dono la propria libertร .
I discepoli di Cristo, sacerdoti per lโumanitร
Gesรน detta le condizioni per le quali dirsi suoi discepoli e al contempo ne traccia i lineamenti essenziali. Il cristiano รจ discepolo se รจ disposto ad imparare dal Maestro il cui insegnamento non รจ riducibile a nozioni astratte ma verte essenzialmente sulla relazione spirituale con lui. Nel rapporto con Gesรน รจ coinvolto innanzitutto il cuore affinchรฉ il discepolo possa fare suoi i sentimenti del Maestro. Luca usa il verbo ยซodiareยป o ยซdetestareยป ma che, per non urtare la sensibilitร del lettore, il traduttore ha reso con ยซamare piรน di meยป. Essere cristiano comporta sempre una crisi, ovvero una scelta netta e radicale che determina una rottura definitiva con lโuomo vecchio segnato da logiche mondane che appartengono al passato. Scegliere di amare Gesรน significa puntare in alto con la conseguenza di ordinare verso di Lui tutti gli altri beni, effettivi e affettivi, che compongono la nostra vita. Lโamore a Gesรน non esclude quello alle persone piรน care ma, al contrario, lo ancora saldamente a Colui che ci ama per primo ed รจ la fonte dellโAmore. Mettere Gesรน prima di qualsiasi altra cosa vuol dire porlo a fondamento e presupposto di ogni scelta dโamore; significa rinunciare a recitare nella vita la parte del protagonista per affidarla invece allo Spirito Santo. ร Lui che guida, orienta, sostiene, corregge il tiro affinchรฉ possiamo fare della nostra vita un dono per gli altri e vivere veramente come il Maestro insegna. Lo Spirito Santo รจ il nostro Maestro interiore che ci aiuta a discernere le scelte piรน opportune al fine di rimanere sulla strada della nostra vocazione alla sequela di Cristo e giungere con Lui alla gloria, ovvero alla misura alta dellโamore. Lโobbiettivo รจ diventare santi e per raggiungerlo Gesรน ci avverte di fare bene i calcoli e valutare le condizioni, la prima delle quali รจ la necessitร di accettare di essere derisi, vilipesi, perseguitati, non accettati, contrastati nella volontร di aderire a Cristo e vivere come Lui. Gesรน mette in chiaro che essere cristiani non significa mettere al sicuro la propria vita ma metterla in gioco insieme a Lui. Cโรจ un rischio da correre e prove da attraversare, ma ci assicura di essere accompagnati sempre da Lui che ci guida. Il vero fallimento sarebbe lasciare il cammino cristiano iniziato perchรฉ ci ritroviamo sprovvisti di quella forza necessaria per andare avanti, fino al compimento del nostro destino, che รจ lo Spirito Santo.
Signore Gesรน, maestro e guida sulla via della santitร , indicami sempre la vetta dellโamore verso cui orientare il desiderio del cuore perchรฉ le logiche mondane non corrompano il legame spirituale che mi unisce a Te e le resistenze, opposte da coloro che sono estranei alla fede, non mi scoraggino nel proseguire la sequela dietro a Te. Donami il tuo Spirito di prudenza e di saggezza perchรฉ, rifuggendo la tentazione di anteporre le mie attese al tuo volere, possa discernere la tua volontร subordinando ad essa la mia. Fammi sentire il tuo sostegno nella solitudine, il tuo incoraggiamento quando avverto il senso di impotenza o di fallimento. Alimenta la speranza nella delusione e fa ardere il cuore della tua caritร per orientarmi nellโincertezza di fronte alle scelte importanti della vita e allโassunzione di responsabilitร di servizio. Fa di me sacerdote per lโumanitร .
Commento a cura di don Pasquale Giordano
La parrocchia Mater Ecclesiae รจ stata fondata il 2 luglio 1968 dallโArcivescovo Mons. Giacomo Palombella, che morirร ad Acquaviva delle Fonti, suo paese natale, nel gennaio 1977, ormai dimissionario per superati limiti di etร โฆ [Continua sul sito]