MESSAGGIO FELICE MA NON FACILE
Stiamo attenti a non seguire il Cristo delle nostre fantasie, quello delle soluzioni facili, un Cristo che non sale sulla croce. Non è il Vangelo che deve adattarsi a noi, ma siamo noi che dobbiamo conformarci al Vangelo, mettendo Cristo e la volontà del Padre prima di tutto e di tutti.
Gesù non illude la numerosa folla che va con lui e detta le condizioni per seguirlo (Vangelo). Chi si fa suo discepolo, accetta di non anteporre nulla a ciò che egli propone; mette in conto il distacco da affetti e beni; valuta saggiamente le sue parole, che non sono per gente irriflessiva e superficiale; non studia accomodanti astuzie per sfuggire alla logica della croce, è invece persuaso che da essa sprigiona la forza e la gioia liberante del Vangelo.
Sì, il messaggio di Gesù è felice ma non facile, esigente e impegnativo, non assopisce ma inquieta. Interroga a fondo la nostra vita che, innestata in Cristo mediante il Battesimo, si snoda sulle orme del Maestro. Solo il ricorso alla sapienza che viene da Dio, suggerisce il libro della Sapienza (I Lettura), può supplire a limiti e fragilità umane, illuminare la penombra della nostra ragione, distoglierci dall’appiattimento sulla vita terrena e proiettarci verso ciò che è gradito al Signore. Così ha agito l’apostolo Paolo (II Lettura).
Con la forza mite del Vangelo, egli ha fatto di uno schiavo un fratello nel Signore e ha indicato alla società del suo tempo, quando la schiavitù era norma, la via della fraternità.
don Giuliano Saredi, ssp
Fonte Edizioni San Paolo