Paolo Curtaz โ€“ Commento al Vangelo di domenica 4 Settembre 2022

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Piรน grande

Una folla numerosa seguiva Gesรน.

Ancora oggi, in teoria.

Un poโ€™ per convinzione, un poโ€™ per abitudine, un poโ€™ perchรฉ non si sa mai e, tutto sommato, il cristianesimo porta in sรฉ una discreta dose di credibilitร . E poi che tenero รจ Gesรน. E un poโ€™ ci hanno sempre insegnato cosรฌ. E poi รจ comodo, in fondo.

รˆ difficile pensare alle cose di Dio, come giร  fa notare lโ€™autore del testo della Sapienza, unico libro della Bibbia che cerca di usare linguaggio e ragionamenti che occhieggino ai greci, i cittadini del mondo dellโ€™epoca.

Difficile perchรฉ, immagine magnifica usata dallโ€™autore alessandrino, il corpo appesantisce lโ€™anima.

Quindi evviva se qualcuno ci fa il riassunto. Se altri hanno riflettuto prima di noi. Se non dobbiamo sbatterci troppo a cercare Dio e ci viene proposto giร  precotto e masticato. Evviva!

รˆ simpatico Gesรน. Poi guarisce, dโ€™ogni tanto. E tutto sommato poco esigente, vuoi mettere col mese di digiuno (fatto seriamente) dei musulmani?

Insomma, ci sta. Siamo cristiani. Abbastanza, insomma.

Poi.

Poi Gesรน si volta verso la folla numerosa. E parla.

Spiega cosa intende quanto dice di essere venuto a portare il fuoco sulla terra.

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Cosa significa diventare discepolo di uno come lui. Vabbรจ.

Commento al vangelo del 4 settembre 2022

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Di piรน

Seguire il fuoco significa incendiarsi dโ€™amore. Seguire uno come lui, disposto a donarsi totalmente, a percorrere i quattro confini della terra per raccontare con le parole e con la vita chi รจ davvero Dio, significa voltare pagina, salire una vetta.

Allora chiede, Gesรน, osa. Chiede di essere amato di piรน. 

Chiede di essere amato perchรฉ esiste lโ€™amore, che tutti conosciamo, che รจ epifania divina, che รจ esperienza totalizzante e struggente di Dio riflesso nelle persone e nelle situazioni. Ed esiste un amore piรน grande, quello del dare vita. Quello che Gesรน ci ha svelato. E che in lui possiamo sperimentare.

รˆ esigente, sรฌ, e finanche presuntuoso, il Signore. Ma perchรฉ puรฒ mantenere ciรฒ che promette.

Lui puรฒ amare di piรน. Puรฒ donare un amore piรน grande.

Piรน grande del piรน grande amore che abbiamo vissuto o che mai potremo sperimentare.

Chiede perchรฉ lui per primo dona.

Non cโ€™รจ spazio per i tiepidi. O per i superficiali. O per i calcolatori.

Niente bilancino per pesare quanto diamo per poter esigere da Dio in controparte, col Signore.

Ecco, qualcuno, fra i molti che lo seguono, abbassa lo sguardo, si ferma. Non scherziamo.

La propria croce

Seguire Gesรน significa portare la propria croce.

E qui ci rassicuriamo. Vittime come siamo di ogni disgrazia, silenziosi penitenti reietti, santi in pectore rassegnati a soffrire come Gesรน ci chiedeโ€ฆ Figli di una spiritualitร  crocefissa, autolesionista, piangente. Cosรฌ felicemente fermi al venerdรฌ santo che quasi ci scordiamo della Pasqua. Figli della croce piรน che del crocefisso risorto.

Solo che non abbiamo capito nulla di quanto Gesรน dice. Nulla. Nada. Nothing.

Ha appena parlato dโ€™amore. Di un amore piรน grande. Da ricevere e da restituire.

Lโ€™amore ha a che fare con la croce. Cioรจ col dono totale di sรฉ.

Il primo a parlarne รจ Marco (Mc 8.34-35) quando, a Cafarnao, Gesรน spiega in che modo sarร  Messia. รˆ disposto a morire pur di non rinnegare il volto del Padre. Pur di non cambiare idea. E cosรฌ sarร .

Allora chiede ai discepoli di essere disposti anchโ€™essi a seguirlo in questo compito cosรฌ impegnativo, anche a costo della propria morte.

Questa รจ la croce da prendere: la testimonianza del volto del Padre anche a costo della stessa vita.

Seguire il fuoco, lโ€™Amato significa avvicinarsi alla testimonianza radicale del dono di sรฉ.

Quindi (e mi sgolo nel ripeterlo): Dio non manda le croci. Mai.

E, potendolo, Gesรน stesso avrebbe volentieri evitato quella testimonianza definitiva e tragica.

Noi ci diamo le croci, gli uni gli altri, con i nostri giri di testa, le nostre paranoie, i nostri vittimismi. La croce non รจ una disgrazia accolta che rende felice Dio. Dio non ama la sofferenza. Mai.

Se la vita ci mette davanti ad una testimonianza di dolore, questi va superato, non idolatrato.

Non alziamoci ogni mattina felici di carteggiare la croce pensando di rallegrare Dio!

Il nostro รจ un Dio felice che ci vuole felici. E che ci lascia liberi. E lโ€™amore, donandosi, si scorda di sรฉ, diventa sacrificio, cioรจ sacum facere, rende sacro qualcosa. Ti amo anche quando mi ignori o mi disprezzi, amo mio figlio neonato anche se non mi fa dormire. E quel biberon che preparo nel cuore della notte mi pesa, mi costa, ma lo faccio ugualmente, diventa un fare sacro. 

Fatti due conti

Ecco, i patti sono chiari, evidenti. Fatti due conti.

Una religiositร  che si esaurisce in quattro buone parole, in qualche distratta celebrazione, in un atteggiamento religioso che si esaurisce alla prima difficoltร , non รจ il fuoco di cui parla Cristo.

Fatti due conti, perchรฉ seguire uno cosรฌ significa ribaltare la vita, convertirsi sul serio o, almeno, desiderarlo.

E questi tempi amari stanno setacciando i nostri cuori. Facendoci capire se stiamo seguendo la rissosa logica del mondo o la rivoluzione mite portata da Cristo.

Siate realisti, chiedete lโ€™Impossibile, come scriveva Camus.

Osa Gesรน, folle presuntuoso.

รˆ bellissimo amare, essere riamati, avere degli affetti e godere delle gioie legittime.

Eppure lui รจ di piรน. Piรน della piรน grande gioia che abbiamo vissuto e che mai vivremo.

Cambiamenti

Cosรฌ facendo la nostra vita, da ora, cambia di prospettiva.

Mettere la ricerca del tutto, la ricerca di Dio al centro della nostra vita, ci fa divenire persone nuove.

Ne sa qualcosa Filemone, simpatico cristiano delle origini, cui Paolo indirizza un biglietto di accompagnamento rimandandogli uno schiavo che si era rifugiato presso lโ€™apostolo.

Paolo invita Filemone ad uscire dalla logica di questo mondo, padrone-schiavo, per entrare nella logica del Regno, fratello-fratello. Paolo non lo sa, ma in questo piccolo biglietto pianta il seme che diventerร  lโ€™albero dellโ€™abolizione della schiavitรน.

Cerchiamo Dio, allora.

Non quello piccino delle nostre paure, dei nostri deliri, delle nostre ossessioni.

Del buon senso, della religiositร  popolare che non cambia la vita, quello che benedice le nostre idee.

Quello magnifico del Signore Gesรน.

Piรน grande della piรน grande gioia che siamo in grado di vivere.

Scoprendoci amati.

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