Monastero di Bose – Commento al Vangelo del giorno – 1 Settembre 2022

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Prendi il largo!

Gesù è sulla riva del lago di Galilea, attorniato da una folla che si accalca per ascoltare la parola di Dio. Chiede a uno dei pescatori presenti, reduci dalla pesca notturna, Simone, di cui ha guarito la suocera, di poter salire sulla sua barca, per predicare alla folla. Terminata la predicazione Gesù si rivolge a Simone dicendo: “Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca”. Duc in altum, “Vai dove l’acqua è profonda”.

Simone ha pescato con gli altri tutta la notte senza prendere nulla, le parole di Gesù contrastano con la sua esperienza, le sue convinzioni … eppure Simone accoglie queste parole, altre dalle sue, fa obbedienza perché si fida di Gesù: “sulla tua parola”.

Ed ecco l’inatteso, lo sperato contro ogni speranza: la rete è colma di pesci. Simone ha bisogno dell’aiuto dell’altra barca per l’abbondanza del pescato. E Simone (che da quel momento Luca inizia a chiamare Simon Pietro) riconosce ormai in quel Gesù qualcosa di grande, di fronte a Lui si sente indegno, un peccatore che non può stare alla presenza del Santo. Vorrebbe allontanarsi, non regge a quel confronto.

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Notiamo, nello svolgimento del testo, come all’inizio aveva chiamato Gesù: “Maestro”, ora si rivolge a Lui col termine: “Signore”. Ugualmente all’inizio gli altri pescatori erano indicati con un termine che significa “soci”, ora il verbo greco usato indica persone in una stretta vita comunitaria, in koinonia, come vengono indicati i discepoli nei primi capitoli degli “Atti degli apostoli”. Il riconoscimento di Gesù ci fa capire chi siamo noi e quale diventa il nostro rapporto con gli altri.

Gesù non si allontana da Simon Pietro che si è riconosciuto indegno e peccatore, si è ritrovato nudo e senza maschere ed è forse incapace di accettarsi nella sua realtà, come Adamo, come Eva nel giardino di Eden. E invece Gesù accoglie Simon Pietro proprio nella sua condizione limitata e colpevole: “Non temere”, gli dice. “Dio ci ha amati mentre eravamo ancora peccatori” (Rm 5,8). Gesù ripeterà sovente questo “Non temere”, per esortare ad avere fede in Lui. Non una dottrina da imparare, ma una Persona da seguire, con cui essere in relazione, condividere la vita, il sentire, nel tempo e per sempre.

“D’ora in poi sarai pescatore di uomini”, e si potrebbe poi meglio tradurre “prenderai uomini per la vita”, cioè trasmetterai loro la vita del vangelo. Toglierli dalle acque significa anche toglierli dalla potenza del male (che appunto la forza delle acque simboleggia). La relazione con Gesù immette invece in correnti di pace, di gioia, di vita.

“Lasciarono tutto e lo seguirono”: quello che ha toccato Simon Pietro si dilata anche agli altri ormai in una koinonia, una vita comune. Si lascia tutto per mettersi in cammino, e non senza una meta. È un cammino dietro a Gesù verso Gerusalemme: quella della terra e quella del cielo.

fratel Domenico

Per gentile concessione del Monastero di Bose

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