Dopo avere difeso le donne dall’imperante maschilismo, Gesù difende i bambini, dona loro dignità, li propone come modelli. Nel Vangelo di Matteo il Maestro dice che il regno appartiene a chi è come i bambini. E come sono i bambini?
Dipendono interamente dagli adulti, si affidano, si fidano, antepongono il linguaggio degli affetti a quello del tornaconto e del calcolo. Sanno stupirsi e disperarsi, sanno vedere al di là dell’apparenza, vedono le tracce del divino e del meraviglioso.
E noi discepoli siamo chiamati ad imitarli, a fidarci, ad abbandonarci alla tenerezza del Padre che sa di cosa abbiamo bisogno, che conta i capelli del nostro capo. Spesso l’essere adulti indurisce il nostro cuore, lo asfalta, lo rende cinico e disincantato.
Riscopriamo il bambino che ancora è in noi, lasciamogli spazio, diamogli importanza per saperci ancora stupire della vita e di Dio.
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