don Luigi Maria Epicoco – Commento al Vangelo di oggi, 11 Agosto 2022

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La pericolosa domanda di Pietro sulla quantità del perdono ci ha inchiodati tutti su quella risposta di Gesù che parla di un perdono infinito:

«Signore, quante volte dovrò perdonare al mio fratello, se pecca contro di me? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette».

C’è però da dire che Gesù non si è limitato semplicemente a dare una misura infinita di perdono, ma ha suffragato questo suo eccesso con il racconto della parola del Vangelo di oggi: un uomo ha un grosso debito, è talmente grande che l’unica maniera che il re ha di riscuoterlo è vendere lui, con tutta la sua famiglia. Eppure basta la sua supplica a cambiare completamente la conseguenza di questo terribile debito:

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“Allora quel servo, gettatosi a terra, lo supplicava: Signore, abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa. Impietositosi del servo, il padrone lo lasciò andare e gli condonò il debito”.

Chi ha vissuto un’esperienza così traumatica dovrebbe minimamente rimanere segnato da una simile storia. Vedersi condonato un debito così grande dovrebbe farci diventare per lo meno delle persone grate e diverse. Ma Gesù prosegue la sua storia raccontando che quel servo graziato, uscendo dal colloquio che gli ha salvato la vita, incontra uno come lui che gli doveva una cifra davvero banale. Ma alla supplica di comprensione dell’amico, quel servo risponde con un netto rifiuto e fa gettare in carcere l’amico fino al saldo di quel banale debito. È talmente tanto grande l’ingiustizia che ha compiuto che lo viene a sapere il re, il quale mandandolo a chiamare gli dice:

“Servo malvagio, io ti ho condonato tutto il debito perché mi hai pregato. Non dovevi forse anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”.

Ecco perché dovremmo perdonare sempre perché i primi ad essere stati grandemente perdonati siamo noi. Il problema però è molto semplice: ce ne siamo mai accorti di quanta misericordia abbiamo ricevuto?

AUTORE: don Luigi Maria Epicoco | PAGINA FACEBOOK | FONTE: nellaparola.it

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La pericolosa domanda di Pietro sulla quantità del perdono ci ha inchiodati tutti su quella risposta di Gesù che parla di un perdono infinito: «Signore, quante volte dovrò perdonare al mio fratello, se pecca contro di me? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette». C’è però da dire che Gesù non si è limitato semplicemente a dare una misura infinita di perdono, ma ha suffragato questo suo eccesso con il racconto della parola del Vangelo di oggi: un uomo ha un grosso debito, è talmente grande che l’unica maniera che il re ha di riscuoterlo è vendere lui, con tutta la sua famiglia. Eppure basta la sua supplica a cambiare completamente la conseguenza di questo terribile debito: “Allora quel servo, gettatosi a terra, lo supplicava: Signore, abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa. Impietositosi del servo, il padrone lo lasciò andare e gli condonò il debito”. […] Continua a leggere qui.