SABATO 30 LUGLIO – DICIASSETTESIMA SETTIMANA T. O . [C]
Ella, istigata da sua madre, disse: «Dammi qui, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re si rattristò, ma a motivo del giuramento e dei commensali ordinò che le venisse data e mandò a decapitare Giovanni nella prigione.
Un grande fiume, un fiume travolgente, un fiume che devasta e crea grandi disastri, è composto da singole gocce di acqua che scorrono insieme. Queste gocce diventano l’una la forza dell’altra. Chi vuole che il fiume si indebolisca è obbligato in ogni istante a non divenire mai parte di esso. Se lo è divenuto per una qualsiasi ragione, è chiamato a dissociarsi senza ritardare. La prima verità di ordine morale insegna che ogni goccia è responsabile di tutto il disastro che le altre gocce causano. È responsabile perché essa coopera in modo efficace a dare forza di devastazione alle altre gocce. La corresponsabilità nel male è sempre in solidum. Uno è responsabile di tutto il male che si produce in insieme nella storia, perché si è vero corpo di peccato. Come la responsabilità è di tutta la persona umana – corpo, anima e spirito – e tutta la persona umana se non si converte finirà nelle tenebre eterne, così dicasi di colui che diviene o si lascia fare corpo di peccato. Tutto il corpo è responsabile di tutto il male
Chi uccide Giovanni il Battista? Il potente corpo di peccato che impera nella corte del re Erode. Fanno parte di questo corpo di peccato: Erode, Erodìade, Salomè, gli invitati e anche le guardie. Anche se la volontà di uccidere Giovanni il Battista è solo di Erodìade, questa donna malvagia e crudele è riuscita nel suo intento, a motivo del corpo di peccato che trionfava nel palazzo del re. Erode è lussurioso. Questa lussuria lo porta alla stoltezza e all’insipienza. Salomè è anch’essa lussuriosa e provocatrice. Spinge il re a farle un giuramento anch’esso frutto di stoltezza e insipienza. Stolto e insipiente è il re, stolte e insipienti sono le sue parole. Anche i commensali o notabili del suo regno appartengono al corpo di peccato. Essi nulla dicono al re.
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Lasciano che venga travolto dal suo peccato. Ma anche Salomè è responsabile della morte di Giovanni il Battista. È lei che ne chiede la testa. Infine responsabile è anche la guardia che lo ha decapitato. Anche essa avrebbe dovuto disobbedire al comando del re. È verità: quando si diviene parte di un corpo di peccato, ognuno è responsabile personalmente di tutto il male che il corpo compie. Naturalmente la responsabilità muta da persona a persona, ma del male che il corpo di peccato opera si è tutti responsabili. Oggi avendo l’uomo dichiarato che il peccato non esiste più, nessuno si sente responsabile di nulla. Invece va affermato con grande forza che il male non solo esiste, il male si compie e di ogni male compiuto si deve rendere conto a Dio oggi, nel tempo, e domani nell’eternità. Si deve rendere conto di ogni parola, pensiero, opera, omissione.
Nessuno oggi pensa a quanti danni generano nel mondo le omissioni. Invece sono esse un fiume che straripa e crea danni irreparabili. Si pensi oggi all’omissione di predicare Cristo Gesù e il suo mistero di salvezza che è diritto di ogni uomo conoscere. Se è diritto, nessuno può privare un solo uomo di questo diritto che il Signore gli ha dato. L’omissione nell’annuncio del Vangelo è condanna di un uomo a rimanere sempre nella morte. Nella vita si passa per Cristo in Cristo.
LEGGIAMO IL TESTO DI Mt 14,1-12
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Da questo brano del Vangelo siamo messi in guardia: nessuno che apre la porta al peccato nella sua vita pensi che poi la potrà chiudere a suo piacimento. Se la porta si apre, quasi sempre non la si chiede più e si procede di peccato in peccato. Davide aprì la porta ad uno sguardo impuro. Per questo sguardo divenne adultero, per l’adulterio divenne omicida.
Erode ha aperto la porta al peccato di adulterio, poi si lascia conquistare dai pensieri impuri, passa nella grande stoltezza di un giuramento insensato, diviene omicida. Ha portato il peccato nella sua casa, il peccato ora la governa e lo tiene schiavo. Severo monito per ogni uomo. Quando si aprono le porte al peccato, è lui poi che ci governa e ci domina. Esso ci rende schiavi di sé.
Eva aprì le porte al peccato, si trasformò in “Satana” per Adamo. Adamo anche lui ha aperto le porte al peccato ed esse rimarranno aperte fino al giorno della Parusia. Le conseguenze di questa apertura saranno però eterne. La morte eterna è per noi purissima fede. Dalla morte eterna siamo noi liberati per la nostra conversione a Cristo Gesù e per la purissima fede nel Vangelo. La Madre di Dio venga in nostro aiuto. Ci ottenga la grazia di vivere di Vangelo.