«Il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci»: ancora una volta Gesù, per farci comprendere la logica di Dio, usa un linguaggio umano.
Come per noi è naturale pensare che le reti intrappolino ogni tipo di pesce, così per Dio è naturale accogliere e cercare tutti noi; e non solo: proprio come le reti per la pesca così anche per Dio non è solo il modo più naturale per farlo, ma è proprio l’unico modo che ha per manifestarsi.
L’elemento interessante in questa parabola è che la distinzione tra i pesci buoni e quelli cattivi c’è solo successivamente e non a prescindere: la rete prende tutto, solo dopo un attento sguardo si saprà riconoscere i pesci buoni da quelli cattivi. L’annuncio di Dio arriva ovunque, prende tutti, e allora cosa ci fa essere pesci buoni e pesci cattivi?
La grazia che deriva dalla fede e che ci è data senza il nostro merito, senza la nostra partecipazione, ma anche una scelta, la nostra, allo stile che ci viene proposto. Ancora una volta quindi Gesù ci ricorda che la salvezza la costruiamo insieme a Lui.
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi
I commenti di questo mese sono curati da Ilaria Leonardo