Monastero di Bose – Commento al Vangelo del giorno – 27 Luglio 2022

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Sorprendente regno di Dio

Nel grande capitolo delle parabole del Regno (Mt 13), che riprende e commenta quello che Matteo ha trovato nell’evangelo secondo Marco (Mc 4), vi sono diverse aggiunte significative, come la parabola della zizzania che abbiamo riletto nei giorni scorsi. Le due parabole odierne del tesoro e del mercante sono anch’esse parte del bene proprio di Matteo, ricevuto da una tradizione sconosciuta da Marco, o nato dalla riflessione dell’evangelista sul regno di Dio che, conformemente all’uso ebraico, preferisce chiamare “regno dei cieli” per evitare che venga pronunciato il nome santo di Dio.

Il loro parallelismo è evidente, per cui si è tentati di vedere in esse una semplice ripetizione del valore che il Regno deve avere ai nostri occhi: tutto ciò che possediamo. In questo caso, la ripetizione serve solo a ribadire la verità e l’importanza di questo insegnamento. Insegnamento sul quale vale comunque la pena fermare la nostra attenzione: è proprio vero che il regno di Dio, vale a dire la signoria di Dio sulla nostra vita, vale ai nostri occhi almeno tanto quanto possediamo su questa terra?

Tuttavia, se prestiamo maggiore attenzione al testo, possiamo rilevare una differenza significativa tra queste due piccole parabole. Nella prima, il regno o la signoria di Dio è paragonata a un tesoro, per il quale vale la pena vendere tutto ciò che si ha per acquisirlo e poterne gioire; il regno di Dio è dunque ciò che viene trovato e suscita la gioia di chi l’ha scoperto.

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Nella seconda parabola invece, questo stesso regno non è paragonato alla perla trovata, ma al cercatore di perle! Il regno di Dio vi appare quindi non come l’oggetto trovato, ma come l’attività di ricerca.

Per tanto, questa seconda parabola presenta Dio in cerca di una perla preziosa che siamo noi: questa è la sua signoria. Scopriamo allora che Dio è pronto a dare tutto ciò che possiede pur di conquistarci e di fare di noi dei figli del Regno.

Se la parabola del tesoro descrive la ricerca dell’uomo, quella del cercatore di perle ci rivela la ricerca di Dio. In entrambi i casi il prezzo da pagare è lo stesso: tutto ciò che si ha. Se Dio ci chiede di preferire lui ad ogni altra cosa, Gesù ci rivela che Dio ci preferisce, preferisce ciascuno di noi, a tutto ciò che Egli possiede. Questa seconda parabola diventa così la narrazione dell’azione che Dio compie per noi in Gesù Cristo: per noi e per la nostra salvezza, è andato fino a dare la propria vita; ci ha preferiti a se stesso.

Il regno dei cieli, vale a dire la signoria di Dio sull’universo, assume così un duplice aspetto sorprendente: dal lato nostro, cioè da quello delle creature, questo dominio, anziché presentarsi come dominazione, appare come un tesoro inestimabile, per cui vale la pena perdere tutto pur di esserne partecipi; da parte del Cielo, questo stesso regno, anziché essere una potenza che necessita l’uso della forza, è la ricerca sfrenata di Dio, pronto a dare tutto pur di trovarci e di renderci partecipi della sua gioia e del suo amore.

fratel Daniel

Per gentile concessione del Monastero di Bose

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