Mons. Costantino Di Bruno – Commento al Vangelo del 12 Luglio 2022

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MARTEDÌ 12 LUGLIO – QUINDICESIMA SETTIMANA T. O . [C]

Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, la terra di Sòdoma sarà trattata meno duramente di te!».

Noi conosciamo bene la sorte di Sodoma. Essa fu distrutta con fuoco e zolfo caduti dal cielo: “Quando apparve l’alba, gli angeli fecero premura a Lot, dicendo: «Su, prendi tua moglie e le tue due figlie che hai qui, per non essere travolto nel castigo della città». Lot indugiava, ma quegli uomini presero per mano lui, sua moglie e le sue due figlie, per un grande atto di misericordia del Signore verso di lui; lo fecero uscire e lo condussero fuori della città. Dopo averli condotti fuori, uno di loro disse: «Fuggi, per la tua vita. Non guardare indietro e non fermarti dentro la valle: fuggi sulle montagne, per non essere travolto!».

Ma Lot gli disse: «No, mio signore! Vedi, il tuo servo ha trovato grazia ai tuoi occhi e tu hai usato grande bontà verso di me salvandomi la vita, ma io non riuscirò a fuggire sul monte, senza che la sciagura mi raggiunga e io muoia. Ecco quella città: è abbastanza vicina perché mi possa rifugiare là ed è piccola cosa! Lascia che io fugga lassù – non è una piccola cosa? – e così la mia vita sarà salva». Gli rispose: «Ecco, ti ho favorito anche in questo, di non distruggere la città di cui hai parlato. Presto, fuggi là, perché io non posso far nulla finché tu non vi sia arrivato». Perciò quella città si chiamò Soar. I

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l sole spuntava sulla terra e Lot era arrivato a Soar, quand’ecco il Signore fece piovere dal cielo sopra Sòdoma e sopra Gomorra zolfo e fuoco provenienti dal Signore. Distrusse queste città e tutta la valle con tutti gli abitanti delle città e la vegetazione del suolo. Ora la moglie di Lot guardò indietro e divenne una statua di sale. Abramo andò di buon mattino al luogo dove si era fermato alla presenza del Signore; contemplò dall’alto Sòdoma e Gomorra e tutta la distesa della valle e vide che un fumo saliva dalla terra, come il fumo di una fornace.

Così, quando distrusse le città della valle, Dio si ricordò di Abramo e fece sfuggire Lot alla catastrofe, mentre distruggeva le città nelle quali Lot aveva abitato” (Cfr Gen 19,1-29). Oggi Gesù rivela che il peccato di non fede nella sua Parola rende le città che non si sono convertite peggiori di Sòdoma e Gomorra. La loro sorte sarà più dura di quella delle due città distrutte con fuoco e zolfo.

LEGGIAMO IL TESTO DI Mt 11,20-24

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Questa verità del peccato di non fede da parte di coloro che sono stati beneficiati dalla grazia del Signore è affermato già nel Libro delle Lamentazioni. “Come si è annerito l’oro, come si è alterato l’oro migliore! Sono disperse le pietre sante  all’angolo di ogni strada. I preziosi figli di Sion,  valutati come oro fino, come sono stimati quali vasi di creta, lavoro delle mani di vasaio!

Persino gli sciacalli porgono le mammelle e allattano i loro cuccioli, ma la figlia del mio popolo è divenuta crudele come gli struzzi nel deserto. La lingua del lattante si è attaccata al palato per la sete; i bambini chiedevano il pane e non c’era chi lo spezzasse loro. Coloro che si cibavano di leccornie languiscono lungo le strade; coloro che erano allevati sulla porpora abbracciano letame. Grande è stata l’iniquità della figlia del mio popolo, più del peccato di Sòdoma, la quale fu distrutta in un attimo,  senza fatica di mani.

I suoi giovani erano più splendenti della neve, più candidi del latte; avevano il corpo più roseo dei coralli, era zaffìro la loro figura. Ora il loro aspetto s’è fatto più scuro della fuliggine, non si riconoscono più per le strade; si è raggrinzita la loro pelle sulle ossa, è divenuta secca come legno. Più fortunati gli uccisi di spada che i morti per fame,  caduti estenuati per mancanza dei prodotti del campo.

Mani di donne, già inclini a pietà, hanno cotto i loro bambini, che sono divenuti loro cibo nel disastro della figlia del mio popolo. Il Signore ha esaurito la sua collera, ha rovesciato l’ira ardente; ha acceso in Sion un fuoco che ha divorato le sue fondamenta. Non credevano i re della terra e tutti gli abitanti del mondo che l’avversario e il nemico sarebbero penetrati entro le porte di Gerusalemme. Fu per i peccati dei suoi profeti, per le iniquità dei suoi sacerdoti, che versarono in mezzo ad essa  il sangue dei giusti (Lam 4,1-13).

Più grandi sono le grazie che riceviamo dal Signore e più cresce la nostra responsabilità, più grande è il nostro peccato di incredulità e di non fede. Per ogni grazia che si riceve dal Signore a Lui si deve rispondere con una fede più grande e una obbedienza corrispondente alla fede più grande. Se il Signore moltiplica le sue grazie, l’uomo deve moltiplicare la sua fede e anche la sua obbedienza. C’è più grande grazia dell’Eucaristia? Per ogni Eucaristia ricevuta domani dobbiamo rendere conto al Signore, se essa è stata ricevuta ma non ha fatto crescere in noi la fede e non ha fatto aumentare l’obbedienza. La sorte del cristiano non è per nulla uguale alla sorte del non cristiano. Questa verità va sempre custodita nel cuore. La Madre di Dio ci ottenga di crescere in fede e in obbedienza sempre.

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