Come diventare prossimo di chi รจ nel bisogno
Il vangelo di questa domenica ci presenta la parabola del buon samaritano. Per mettere Gesรน alla prova un dottore della legge gli chiede: โMaestro, che devo fare per ereditare la vita eterna?โ Cioรจ cosa devo fare per garantirmi la vita eterna con il minimo di sforzo e il massimo di certezza. Questa domanda, normalmente, sta allโinizio del cammino di ogni essere umano che risponde allโanelito di vivere pieno e felice. Gesรน rimanda il suo interlocutore alla โLeggeโ. Il dottore della legge risponde con le parole della โShemร โ, dove viene detto di amare il Signore Dio โcon tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza, con tutta la tua mente, con tutta la tua mente, e il prossimo tuo come te stessoโ.
A parte lโultima amplificazione โcon tutta la tua menteโ, la novitร piรน interessante รจ lโaggiunta del โprossimo tuo comete te stessoโ come oggetto dellโunico verbo amerai. Gesรน sottoscrive questa risposta, ma fa una precisazione che rimanda alla domanda iniziale del dottore della legge: โFa questo e vivraiโ. Quindi la via della vita (eterna) passa attraverso lโamore; un amore da attuare con integritร di cuore, senza distinzione tra Dio e il prossimo. โVolendo giustificarsiโ dice il vangelo, il maestro della legge chiede a Gesรน: โE chi รจ il mio prossimo?โ, una questione molto discussa nel suo ambiente. Perciรฒ รจ comprensibile e legittima la sua domanda.
Questa volta Gesรน non si appella piรน alla sacra scrittura, e evita di fornire una definizione del prossimo, perchรฉ lascia sempre fuori qualcosa o qualcuno. Egli racconta allora la storia del buon samaritano. La prima scena si ispira a un fatto di cronaca. Capitava che i mercanti saliti a Gerusalemme venissero assaliti dai briganti lungo la strada che scendeva verso Gerico. Nel caso di resistenza il malcapitato veniva percosso, derubato e abbandonato sulla strada. Il secondo atto vede in scena due figure del tempio, un sacerdote e un levita.
Anchโessi scendono da Gerusalemme dove hanno svolto il loro rispettivo servizio nel tempio e ritornano a Gerico. Ambedue vedono lโuomo ferito a morte, probabilmente un ebreo come loro, ma girano al largo. Non vogliono toccare quellโuomo per motivi di โpuritร legaleโ. Nel terzo atto il protagonista รจ un samaritano, che percorre la stessa strada. Vede lโuomo bisognoso, ma, a differenza dei primi due, รจ mosso da compassione, โgli si fece vicino, gli fasciรฒ le ferite, versandovi olio e vino, poi, caricato sopra il suo giumento, lo portรฒ a una locanda e si prese cura di luiโ. La domanda finale di Gesรน costringe il dottore della legge a prendere posizione: โChi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che รจ incappato nei briganti?โ.
La risposta dellโesperto della legge, che non osa chiamare il protagonista con lโappellativo โsamaritanoโ, coglie il punto totale di tutto il racconto: โchi ha avuto compassione di luiโ. Il samaritano della parabola รจ Gesรน stesso che โscendeโ, si abbassa, si china sullโumanitร peccatrice, lasciata mezza morta dopo la colpa originale, e se ne fa carico, gli si fa prossimo. Il protagonista della parabola evangelica รจ Dio stesso che rivela il suo modo di agire attraverso le scelte di Gesรน. Si tratta di โuna buona notiziaโ, che Dio in Cristo si fa prossimo allโuomo.
Alla fine del colloquio col dottore della legge, Gesรน precisa che cosa consiste lโamore: โvaโ e anche tu fa lo stessoโ, cioรจ anche tu diventa buon samaritano per il tuo prossimo. Non si tratta di trovare il prossimo qualcosa di fatto, e scaricarsi sopra un poโ di pietร o elemosina, ma di โfarsi prossimoโ, ossia avvicinare. Amare vuol dire, precisamente, abolire le distanze, spesso interiori. Il samaritano non domanda chi รจ lโaltro, di che paese, di che religione, di che partito.
Davanti a Lui cโรจ semplicemente un povero che si trova in stato di necessitร . Lโavvicinamento รจ determinato da questo semplice connotato: un uomo senza qualificativi o titoli. Lโunico qualificativo o titolo valido รจ il bisogno. โVaโ e anche tu fa lo stessoโ. Eโ molto significativo e suggestivo che Gesรน usi due verbi che indicano rispettivamente il movimento(vaโ) e lโazione (fa). Il dottore della legge, che interroga Gesรน, allโinizio dimostra soltanto di โvoler sapereโ.
Alla fine, si ritrova con qualcosa da fare. Quindi Gesรน esige da lui, come pure da noi, un sapere diverso. Cioรจ un sapere per amore.
Don Joseph Ndoum