Il Vangelo di questa Domenica ci dice cosa fa il Signore con ciascuno di noi.
In primo luogo ci “ designa “.
Designare è un verbo che mi è molto caro in quanto, per numerosi anni, ho fatto l’arbitro di calcio.
Nel fine settimana venivo “ designato “ per dirigere una partita, venivo cioè “ scelto “ per quel compito.
Il mio “ designatore “ riteneva che fossi io l’uomo giusto per quella gara.
Ecco, Dio fa esattamente la stessa cosa con noi.
Ci designa.
Tutti abbiamo l’incarico di annunciare che “ il Regno di Dio è vicino “ ma ciascuno lo fa con le sue peculiarità, con le sue modalità, in ambienti differenti.
Siamo tutti “ designati “ all’annuncio.
Alcune caratteristiche connotano tutti i “ designati “.
L’annuncio va fatto come “ agnelli in mezzo ai lupi “.
L’agnello è “ mite “.
Nel nostro “ DNA di annunciatori “ deve quindi esserci la “ mitezza “, che, come dice il bravo Don Luigi Maria Epicoco, non è debolezza ma “ la capacità di saper resistere al male senza che il male tiri fuori da noi il peggio di noi “.
Andare con atteggiamento mite tra “ i lupi “ che popolano il mondo puo’ sembrare folle, anche pericoloso.
Ma l’annuncio, cosi’ come l’amore, “ è un rischio affidato alle mani di Dio “.
Altro elemento che connota tutti gli inviati è il messaggio da dare: “ Il regno di Dio è vicino “.
Sia che ci accoglieranno, sia che non lo faranno, il messaggio da dare è sempre lo stesso: Dio ti è vicino, Dio ti è prossimo, Dio vuole salvarti.
E’ un annuncio potente, fatto nel nome di Cristo e converte tante persone perchè “ anche i demoni si sottomettono “ al nome di Cristo.
Annunciare e testimoniare che il Vangelo non è utopia ma è fattibile, è realizzabile adottando scelte di vita in armonia con le Parole di Cristo, converte i cuori, porta le persone a Dio.
Convertire un fratello, vedere che il demonio si allontana da lui grazie anche alla nostra testimonianza, è quanto di piu’ bello possa esserci.
Attenzione però.
Il bello non è che “ i demoni si sottomettono “ grazie al “ nostro annuncio “ fatto nel nome del Signore.
Cio’ sarebbe “ vana gloria “, cio’ sarebbe compiacimento narcisistico per il nostro operato.
Ricordiamoci sempre che siamo “ servi inutili “, cioè a “ servizio gratuito “ ( inutile = senza utile ) del Vangelo.
Il bello allora qual è?
Che grazie alla nostra missione annunciatrice, fatta ognuno, come dicevo sopra, nei suoi luoghi, con i suoi modi, con le sue peculiarità, “ il nostro nome sarà scritto nei cieli “, godremo cioè, in pienezza, di quell’ETERNITA’ che già su questa terra, con l’annuncio del Vangelo, abbiamo iniziato ad assaporare.
Che meraviglia.
Buona Domenica e buon annuncio a tutti.
A cura di Fabrizio Morello
Foto: mia.