Mons. Costantino Di Bruno – Commento al Vangelo del 30 Giugno 2022

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GIOVEDÌ 30 GIUGNO – TREDICESIMA SETTIMANA T. O . [C]

Ma Gesù, conoscendo i loro pensieri, disse: «Perché pensate cose malvagie nel vostro cuore? Che cosa infatti è più facile: dire “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati e cammina”?

Dio, il nostro Dio, a volte argomenta con una parola di luce, verità, sapienza. Altre volte argomenta con una parola di onnipotenza. Mosè si trova dinanzi al Faraone d’Egitto, il quale si rifiuta di riconoscere che il Signore è il Signore: “In seguito, Mosè e Aronne vennero dal faraone e gli annunciarono: «Così dice il Signore, il Dio d’Israele: “Lascia partire il mio popolo, perché mi celebri una festa nel deserto!”». Il faraone rispose: «Chi è il Signore, perché io debba ascoltare la sua voce e lasciare partire Israele? Non conosco il Signore e non lascerò certo partire Israele!». Ripresero: «Il Dio degli Ebrei ci è venuto incontro. Ci sia dunque concesso di partire per un cammino di tre giorni nel deserto e offrire un sacrificio al Signore, nostro Dio, perché non ci colpisca di peste o di spada!». Il re d’Egitto disse loro: «Mosè e Aronne, perché distogliete il popolo dai suoi lavori? Tornate ai vostri lavori forzati!».

Il faraone disse: «Ecco, ora che il popolo è numeroso nel paese, voi vorreste far loro interrompere i lavori forzati?» (Es 5,1-5). Al rifiuto del Faraone di riconoscere il Signore, Mosè con la parola di onnipotenza, dovrà attestare che solo il Signore è il Signore: “Il Signore disse a Mosè e ad Aronne: «Quando il faraone vi chiederà di fare un prodigio a vostro sostegno, tu dirai ad Aronne: “Prendi il tuo bastone e gettalo davanti al faraone e diventerà un serpente!”». Mosè e Aronne si recarono dunque dal faraone ed eseguirono quanto il Signore aveva loro comandato: Aronne gettò il suo bastone davanti al faraone e ai suoi ministri ed esso divenne un serpente. A sua volta il faraone convocò i sapienti e gli incantatori, e anche i maghi dell’Egitto, con i loro sortilegi, operarono la stessa cosa. Ciascuno gettò il suo bastone e i bastoni divennero serpenti.

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Ma il bastone di Aronne inghiottì i loro bastoni. Però il cuore del faraone si ostinò e non diede loro ascolto, secondo quanto aveva detto il Signore (Es 7,8-13). Dinanzi alla parola di onnipotenza anche i maghi d’Egitto si arrendono. Riconoscono che Mosè agisce con il dito di Dio: “Quindi il Signore disse a Mosè: «Di’ ad Aronne: “Stendi il tuo bastone, percuoti la polvere del suolo: essa si muterà in zanzare in tutta la terra d’Egitto!”». Così fecero: Aronne stese la mano con il suo bastone, colpì la polvere del suolo e ci furono zanzare sugli uomini e sulle bestie; tutta la polvere del suolo si era mutata in zanzare in tutta la terra d’Egitto. I maghi cercarono di fare la stessa cosa con i loro sortilegi, per far uscire le zanzare, ma non riuscirono, e c’erano zanzare sugli uomini e sulle bestie.

Allora i maghi dissero al faraone: «È il dito di Dio!». Ma il cuore del faraone si ostinò e non diede ascolto, secondo quanto aveva detto il Signore (Es 8,12-15). Anche Gesù, quando nella luce dello Spirito Santo conosce che a nulla servono le parole, sempre argomenta con la parola di onnipotenza. Spesse volte troviamo nei Vangeli che Lui si serve solo di questa parola di onnipotenza a causa dei cuori induriti incapaci di passare per la retta via della sana razionalità e intelligenza e del giusto discernimento che sono doti proprie della natura umana.

LEGGIAMO IL TESTO DI Mt 9,1-8

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Gesù ha dato anche ai suoi Apostoli il potere di argomentare con segni, miracoli e prodigi. L’Apostolo Paolo ha sempre portato il Vangelo con parole e opere, con la potenza di segni e di prodigi, con la forza dello Spirito Santo. Anche lui si è servito dell’argomentazione per parola onnipotente: “Fratelli miei, sono anch’io convinto, per quel che vi riguarda, che voi pure siete pieni di bontà, colmi di ogni conoscenza e capaci di correggervi l’un l’altro.

Tuttavia, su alcuni punti, vi ho scritto con un po’ di audacia, come per ricordarvi quello che già sapete, a motivo della grazia che mi è stata data da Dio per essere ministro di Cristo Gesù tra le genti, adempiendo il sacro ministero di annunciare il vangelo di Dio perché le genti divengano un’offerta gradita, santificata dallo Spirito Santo. Questo dunque è il mio vanto in Gesù Cristo nelle cose che riguardano Dio. Non oserei infatti dire nulla se non di quello che Cristo ha operato per mezzo mio per condurre le genti all’obbedienza, con parole e opere, con la potenza di segni e di prodigi, con la forza dello Spirito.

Così da Gerusalemme e in tutte le direzioni fino all’Illiria, ho portato a termine la predicazione del vangelo di Cristo (Rm 15,14-19). L’argomentazione per parola di onnipotenza è necessaria ad ogni discepolo di Gesù nell’annuncio e nella testimonianza del Vangelo. Per ottenerla, egli deve rivestirsi della stessa obbedienza di Cristo Signore. Più lui obbedirà a Gesù e più la creazione obbedirà a lui. Oggi questa argomentazione per parola di onnipotenza è la cosa più necessaria ad un discepolo di Cristo Gesù. Ormai molti cuori sono divenuti di bronzo ed è difficile procedere per sana razionalità. Ci ottenga questo dono la Vergine Maria.

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