don Pasquale Giordano – Commento al Vangelo del 27 Giugno 2022

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Commento a cura di don Pasquale Giordano
FonteMater Ecclesiae Bernalda
La parrocchia Mater Ecclesiae è stata fondata il 2 luglio 1968 dall’Arcivescovo Mons. Giacomo Palombella, che morirà ad Acquaviva delle Fonti, suo paese natale, nel gennaio 1977, ormai dimissionario per superati limiti di età… [Continua sul sito]

Appartenere all’unico Bene piuttosto che possedere molti beni

La folla radunata attorno a Gesù testimonia la fama crescente di cui gode. Ma egli non vuole essere ingabbiato nelle attese mondane della gente, fossero anche esponenti delle classi più alte ed istruite della società come lo scriba che si autocandida a divenire suo discepolo. L’invito a passare all’altra riva non significa che Gesù indichi come meta del discepolato una vita migliore o più facile.

Per questo motivo Gesù sembra sgombrare il campo da ogni possibile equivoco e parla di sé come colui che non ha garanzie umane da offrire perché lui stesso vive la precarietà. Benchè sia senza fissa dimora e la sua scuola sia la strada, Gesù punta con i suoi discepoli alla stabilità di fede che si traduce in maturità affettiva ed equilibrio spirituale. Radicato nell’amore di Dio, chi segue Gesù da lui impara ad amarlo con tutto sé stesso e il fratello come il suo prossimo.

Questa è la riva verso la quale tende il cammino del discepolo. Egli, infatti, non deve legare la riuscita della sua vita al possesso di beni, ma mira a lasciarsi possedere dal Bene, l’unico Bene, il sommo Bene. Seguendo Gesù il discepolo impara non a possedere ma ad appartenere.  Al tale che vorrebbe temporeggiare nel seguire Gesù il Maestro indica nella sequela l’unico modo per assecondare la vera urgenza: diventare santi.

Non si deve rimanere sulle sponde della lamentela, della rassegnazione, del vittimismo, della visione mondana della vita, ma bisogna osare ad andare oltre, cioè puntare alla santità. Per passare all’altra riva è necessario affrontare il mare con tutte le sue incognite, ma con la certezza di non essere soli e nella fiducia che chi ci guida conduce ad un approdo sicuro.

Ciò che spinge ad andare oltre non sono prospettive tipicamente mondane. Gesù non promette benessere ma assicura la vita eterna, cioè la bellezza dell’essere amati e la capacità di amare.

Signore Gesù, uomo che hai fatto della strada la tua casa e la tua scuola, donami il coraggio di seguirti senza inutili esitazioni lasciando la riva delle attese e delle pretese umane verso quella della vita nuova, di una mentalità convertita alle esigenze del Vangelo. La tua parola e il tuo esempio di uomo totalmente consegnato alla volontà del Padre mi insegni a non confidare nei beni materiali, sicurezza precaria per chi nella vita cerca punti fermi, ma a lasciarmi conquistare dall’amore di Dio che nulla possiede ma al quale tutto appartiene perché se ne prende cura con tenerezza di madre e premura di padre.