Ci sono cristiani, purtroppo, che sono convinti di far piacere a Dio rinunciando ai piacere che la vita offre. Alcuni, però, si trovano ad esaltare la loro condizione di povertà e di mortificazione… perché non hanno scelta. Altri, ancora, lodano il pauperismo… con i soldi degli altri.
Tutti questi, però, stravolgono le magnifiche parole del Vangelo: Gesù non se la prende con la ricchezza, né evita i piaceri della tavola e dell’amicizia (è stato accusato di essere un mangione e un beone e poco ascetico), ricorda solo, come nel sorprendente ed entusiasmante discorso di oggi, che tutte queste cose sono un trampolino verso un altrove, verso il Regno.
Ammonisce noi discepoli: investire tempo e ansia per le cose della terra, belle e legittime, va bene a patto che non ci distolgano dall’essenziale. E non lo dice per avere attorno a sé dei frustrati ma perché la ricchezza mente, non potendo realizzare veramente ciò che promette. Cerchiamo anzitutto il Regno, allora, il resto ci sarà donato in abbondanza.
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