Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 16 Giugno 2022

1393

Non sprechiamo parole nel vano tentativo di convincere Dio della bontà delle nostre richieste. Non sfiniamolo confondendo le preghiere con la preghiera che prima di essere parole è atteggiamento e cuore indiviso e innamorato.

Non usiamo le preghiere che ci hanno insegnato da bambini, che sono come le rotelle messe alla bicicletta prima di imparare a stare in equilibrio, come una sorta di filastrocca da mandare a memoria e che, spesso, usiamo in maniera superstiziosa e magica.

Impariamo a pregare, certo, così come il Signore ci insegna, pregando col cuore un padre che non è da convincere ma da ascoltare. Nel cuore del discorso della montagna Matteo pone l’unica preghiera che Gesù consegna ai suoi, che ci invita a scoprire che Dio è un padre/madre comune che scopriamo essere il Santo, a cui chiedere l’essenziale, il pane, gli affetti, e verso cui impegnarsi nel perdono per essere suoi figli senza cadere nella tentazione della disperazione.