Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 6 Giugno 2022

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Commento al Vangelo di oggi

Le Beatitudini: programma e promessa per ogni cristiano. Gesù parla per trasmetterci speranza: comincia il suo discorso con la parola “Beati” e la ripete ben nove volte. Ogni beatitudine ha una partenza, che è la realtà che viviamo oggi: la povertà, il pianto, la mitezza, la fame e sete di giustizia, la guerra, la persecuzione. Allora il punto di partenza della nostra beatitudine è il nostro pianto. Credere non è evadere dalla realtà, ma significa capire che tutto ciò che ci opprime, che ci toglie il sonno, che ci discrimina, è qualcosa da cui partire.

Gesù chiama ciascuno alla santità: essere santi non è non avere paura, ma avere una mèta pur nella paura. È capire che non possiamo negare il dolore o la sofferenza, né scenderci a compromessi, ma accettare le prove per attraversarle. Gesù oggi ci chiama a non evadere dalle nostre vite, a non mettere da parte ciò che meno ci piace, ma ad accettarlo, viverlo, affrontarlo, con la determinazione di non rimanere fermi nella rassegnazione, ma camminando passo dopo passo. Piccoli passi, mossi da quel “Beati!”, sostenuti dalla preghiera e dalla certezza che Dio è con noi: ieri, oggi, domani!

Per riflettere

Dio abita i miei giorni, anche quelli in cui combino poco o niente. Abita i momenti di buio, di paura. Ci sono momenti o situazioni in cui mi sento disabitato da Dio? Riesco a cercare Dio anche in quel buio? In una situazione difficile viene spontaneo dire che “passerà” perché spesso abbiamo una umana e legittima paura di “attraversarla”: rivedendo le mie esperienze passate, quali momenti ho lasciato passare senza volerli attraversare per timore di essere solo e di soccombere? Lui è con me, sempre, per questo sono beato. In quali momenti della mia vita mi sono sentito veramente beato?

Preghiera finale

Padre, mi affido alle tue mani,

disponi di me secondo la tua volontà, qualunque essa sia.

Io ti ringrazio. Sono disposto a tutto.

Accetto tutto, purché la tua volontà si compia in me

e in tutte le tue creature. Non desidero nient’altro, Padre.

Ti affido la mia anima, te la dono con tutto l’amore di cui sono capace,

perché ti amo e sento il bisogno di donarmi a te di rimettermi fra le tue mani,

senza limiti, senza misura, con una fiducia infinita

perché tu sei mio Padre.

(Charles de Foucauld)


AUTORI: I commenti di questo mese sono curati da Centro Diocesano per le Vocazioni di Pisa
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi