Commento a cura di don Pasquale Giordano
La parrocchia Mater Ecclesiae è stata fondata il 2 luglio 1968 dall’Arcivescovo Mons. Giacomo Palombella, che morirà ad Acquaviva delle Fonti, suo paese natale, nel gennaio 1977, ormai dimissionario per superati limiti di età… [Continua sul sito]
La promessa di Dio che lo compromette con l’uomo
Nella prima parte del Vangelo di Giovanni Gesù è il Maestro che nei dialoghi con le singole persone, come Nicodemo o la Samaritana, o nel contesto dei segni che compie rivela la sua identità a partire dalla missione ricevuta dal Padre. La volontà del Padre prevede due momenti il primo dei quali è la venuta nella carne e la seconda il suo ritorno nello Spirito. Nel lungo discorso di congedo Gesù, nell’approssimarsi l’ora del «passaggio», fa delle promesse che hanno il sapore della profezia. Il progetto d’amore è unico e universale ma è anche personale. La morte di Gesù sulla croce è il modo con il quale Dio ama il mondo. È come dire che nel Crocifisso Dio mette innanzi a noi il suo amore. Tuttavia, la promessa diventa realtà nella misura in cui ogni uomo apre il suo cuore ad ascoltare la sua parola e a metterla in pratica.
Nel linguaggio di Gesù amarlo significa entrare nella logica dell’amore a cui s’ispira la relazione che lui instaura con il Padre e che intesse con noi. L’amore verso il Padre lo porta ad obbedirgli con fiducia e quello che nutre nei nostri confronti si traduce in servizio umile e gratuito. Come Gesù viene risuscitato dopo aver compiuto in tutto la volontà del Padre e averci amato fino alla fine, così chiunque mette in pratica il comandamento dell’amore fraterno sperimenta la gioia della risurrezione perché abitato dallo Spirito Santo diviene il tempio in cui Dio dimora. Egli è la luce che rende luminoso il nostro viso e impregna di santità il nostro corpo sicché le parole pronunciate e i gesti compiuti comunicano pace e serenità.
Gesù non promette cose che riempiono la pancia o offrono gratificazioni effimere. Il Risorto porta in dono la familiarità con Dio Padre. Apprezzeremo il valore del dono solo quando restituiremo all’Amore il posto che gli spetta. Amore vuol dire comunione e armonia. Chi ascolta la parola di Gesù impara ad apprezzare il valore di ogni singola persona alla quale mai deve essere anteposta qualcosa di materiale. Impariamo ad amare quando apprendiamo l’arte della gratitudine, virtù per la quale diamo il primato alle persone piuttosto che a ciò che esse hanno dato o tolto. Lo Spirito Santo ci assiste nell’arte dell’amore aiutandoci a riconoscere in Dio il primato della nostra gratitudine e del nostro amore.
L’azione dello Spirito Santo, come l’acqua per il seme, rende feconda in noi la Parola annunciata. Da una parte rivela l’aderenza dell’amore di Dio alla nostra vita attuale e, dall’altra, ci aiuta a far diventare realtà la promessa. Grazie all’assistenza dello Spirito Santo la Parola diventa luce di speranza nel buio delle crisi nelle quali siamo intrappolati ed è forza che ci convince ad agire seguendo nient’altro che la voce del cuore.
La memoria che attiva lo Spirito Santo non è un semplice ritorno all’indietro con la mente, ma realizza nell’oggi del credente l’evento della Pasqua nella quale viene effuso lo Spirito Santo perché possiamo diventare dimora del Dio vivente. Amandoci gli uni gli altri nello Spirito Santo edifichiamo la Chiesa che è il Corpo di Cristo, del quale ogni battezzato è un membro. Se l’altro nome dello Spirito Santo è la Pace, l’altro nome della Chiesa è comunione. Dov’ è lo Spirito lì c’è il profumo Pace, dove si offre la Pace si edifica la comunione fraterna e la gioia promessa diventa realtà.
Signore Gesù, Figlio di Dio e nostro fratello, Tu sei la promessa del Padre con la quale si è impegnato a donarci la gioia della vita eterna. Quando divergenze di opinioni sfociano in tensioni, causate dai pregiudizi, vieni in aiuto alla nostra debolezza che ci induce a cedere al peccato. Lo Spirito del consiglio ci suggerisca sentimenti di bontà e ci disponga al dialogo per cercare insieme le vie d’uscita dalle crisi aiutandosi reciprocamente a conoscere e a fare la volontà di Dio. La preghiera corale e comunitaria ci educhi a lasciarci armonizzare dallo Spirito Santo per essere voce dell’unica Parola che dà Pace. Rendici, come Te, accoliti dello Spirito per essere docili alla sua guida. Custodisca e fecondi il seme del Vangelo piantato nel cuore affinché possa fiorire spandendo il profumo della santità e fruttificare nelle opere di carità fraterna.