Hai ragione, Maestro: non deve turbarsi il mio cuore. Ma anch’io, come i discepoli in quell’ultima notte, resto spiazzato. Dopo averti conosciuto, dopo avere scoperto quanto sono amato, dopo avere imparato ad amare, mi rendo conto di essere solo, che tu ci sei, sì, ma altrove, che posso incontrarti, si, ma a volte, per ragioni che non conosco, fatico a renderti presente nelle mie scelte.
Allora cresce il turbamento: riuscirò, sarò capace, è tutto vero ciò che ho sperimentato, mi sono sbagliato, illuso? Io credo, certo, e l’averti incontrato è la cosa più bella che mai mi potesse accadere. Ma la fatica rimane, conosco i miei limiti e ho paura di perdere la strada. E tu, sorridendo, rispondi a Tommaso (e a me): non temere, io sono la via.
Ti seguo, allora, Signore, passo dopo passo, giorno dopo giorno, amando dell’amore ricevuto. Indicami la verità di me stesso, donami la vita che in te divampa e illumina.
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