…«Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gesù chiede a Pietro se lo ama “più” degli altri per ridimensionare la sua pretesa di essere migliore degli altri. Ma non solo: l’amore ha come molla il “più”. È infatti sempre una competizione; ma non con gli altri, bensì con se stessi, per vincere egoismo, orgoglio e paura (“Chi amerà di più?”. La risposta è: “Colui al quale è stato perdonato di più”).
«Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gesù ripete la stessa domanda, tralasciando il “più di costoro”. Pietro, nella sua esperienza di tradimento, è già sufficientemente guarito dalla pretesa di essere meglio degli altri. Però non è ancora guarito dalla sfiducia che gli impedisce di amare.
Al sentire per la terza volta questa domanda Pietro si rattrista al ricordo della sua infedeltà. Eppure propria questa è il fondamento del suo “amare di più”, come Gesù gli ha chiesto all’inizio. È nella sua infedeltà che sperimenta chi è il Signore, fedele e misericordioso. Pietro considera ancora la sua infedeltà come ombra, fonte di tristezza, non come luce e gioia del perdono. Per questo Gesù continua con lui il dialogo di guarigione.
Fa tenerezza un Dio che (mi) chiede: “Mi ami tu?”. Dopo avermi svelato sulla croce il suo amore estremo, può ormai esporre senza pudore questa richiesta, fondamentale per chiunque ama: l’amore desidera essere amato.
«Mi ami tu?»
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