VENITE A MANGIARE
È notte. Mentre tutti dormono, Pietro e i suoi compagni escono a pescare, ma il lavoro di quella notte risulta un vero disastro: nemmeno un pesce si infila nelle reti. Si guardano smarriti, non sanno darsi nessuna spiegazione.
Proprio in questo contesto fallimentare il quarto vangelo ci racconta la terza manifestazione del Risorto ai discepoli. Gesù si presenta sulla scena come uno sconosciuto e semplicemente chiede: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?» Tenerissimo Gesù: per entrare in relazione con i suoi, si fa mendicante, ma la risposta dei pescatori è un secco «No». Non hanno nulla, sono rimasti a mani vuote.
La domanda di Gesù mette ancora più a nudo il loro totale fallimento: sono saltati su quella barca per lasciare alle spalle il passato, ma il lavoro di quella notte è completamente infruttuoso.
Forse pensavano che ritornando a pescare avrebbero dimenticato in fretta le loro domande e le loro inquietudini, invece sembra essere proprio il contrario. Sono totalmente smarriti, non sanno più nemmeno chi sono. Le reti vuote sono il loro specchio.
Ma il misterioso sconosciuto dà loro un consiglio sorprendente: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». Pietro è stanco morto, ha lavorato tutta la notte eppure decide di rilanciare le reti. Pietro si fida, forse nemmeno lui sa il perché.
E accade l’inaspettato: le reti si riempiono a dismisura! Il discepolo amato, che davanti alle bende nella tomba vuota «vide e credette» (Gv 20,8), è il primo a riconoscere il Signore Risorto e grida: «È il Signore!». Pietro, entusiasta, impetuoso e impulsivo, si getta in acqua per nuotare verso il suo Signore. Non è preoccupato di mettere al sicuro il suo bottino. L’unica cosa che conta è andare ad abbracciare Gesù!
E Lui è lì, ancora. Ha acceso un fuoco per cuocere pesce e pane. Mentre i discepoli lavoravano, Lui ha preparato la colazione.
É davvero bellissima questa immagine del Risorto che si preoccupa di cucinare per i discepoli affamati. Affamati dopo una notte di lavoro, certo. Ma anche affamati di verità, perché non sanno più nemmeno chi sono. Affamati di futuro, perché dopo quel salto indietro sul lago di Tiberiade non sanno immaginarsi un domani. Affamati di passato, perché tutto quello che hanno condiviso con il Rabbì si è dissolto troppo in fretta.
Ma il Risorto, cuoco dell’umanità affamata, li aspetta sulla riva.
Provo ad immaginarmi l’imbarazzo dei discepoli. Lo hanno abbandonato e tradito, nonostante le apparizioni e le testimonianze hanno deciso di tornare a pescare come se nulla fosse successo. E ora se lo trovano lí sulla spiaggia tutto preoccupato per la loro colazione: «Venite a mangiare».
Gesù, dolcissimo, non accenna nemmeno una parola di rimprovero. Nulla.
Li accoglie così come sono, accoglie la loro delusione e fragilità e li risolleva dalla sterilità di quella notte. Di ogni notte.
Il Signore ti aspetta, sa che anche tu sei affamato. Affamato d’ amore, di pace, di verità. Il Signore ti aspetta, ti accoglie come sei, con le tue cadute e le tue miserie, con i tuoi tradimenti e le tue fragilità.
È l’alba.
Lascia la notte e rivestiti di luce.
Un abbraccio,
don Roberto
PS. Per le vostre letture quaresimali e pasquali, mi permetto di proporvi un mio libro edito con Ancora alcuni anni fa: Risorgere e altri “ri” del Vangelo. Spero vi aiuti a riscoprire la presenza di Cristo nella vostra vita rilanciarla sulle strade della missione …
Don Roberto (prete missionario della Diocesi di Como) – Sito Web Fonte: il canale Telegram “Sulla Tua Parola“.
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