«Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura». Quanta pazienza il Signore riserba di fronte alla nostra incredulità. Sembrerebbe che aver fede per noi sia trovare ogni giorno il motivo che ci permetta, liberamente, di sperare nel Signore e nelle sue promesse.
La durezza del cuore che Gesù rimprovera ai discepoli rimane un carattere duraturo anche per noi; non riusciamo ad avere fiducia nel bene quando ogni giorno—indipendentemente dalla nostra volontà—ci troviamo esposti a sperimentare il male, l’inganno, l’errore e il peccato. Fatichiamo di fronte all’apparente esaustività degli eventi del mondo.
Aspirare o mantenersi fedeli ad un disegno di salvezza diventa difficile e sfidante. Eppure, nonostante questo, il Signore continua ad interpellarci e la sua Parola non smette di interrogare le nostre vite. È in questo senso che, una volta entrati in dialogo con la fede, non possiamo più far finta di niente: incontrare Cristo, e permettergli di far parte della nostra vita, vuol dire porre a nostra volta ad altri gli interrogativi che Lui ci rivolge. È così che ci facciamo anche noi, come quei discepoli inizialmente increduli, testimoni della Buona Notizia.
AUTORI: I commenti di questo mese sono curati da Beatrice Granaroli
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi