«Salute a voi! […] Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno».
Quale deve essere stata la gioia delle donne che per prime videro Gesù risorto da morte? La loro è la gioia di ciascun cristiano di fronte alla Pasqua, di fronte alla resurrezione del Figlio di Dio. Seppure la nostra razionalità non regge il passo del mistero di Cristo, le nostre più profonde speranze vivono lo stesso entusiasmo dei primi fedeli.
Quella luce, che irradia e libera il mondo dalle tenebre del peccato, illumina anche noi, scalza dagli angoli più bui delle nostre esistenze le paure e le angosce. La vicenda della morte e resurrezione di Cristo parla direttamente anche a noi e sembra chiederci “per cosa vivi tu?”. Il Vangelo, dopo millenni di storia, sa ancora travolgerci perché ci annuncia una speranza sempre attuale, una prospettiva che non sbiadisce.
Se esiste una salvezza allora quella per noi è legata indissolubilmente ad un’ottica di amore caritativo, ad una coesistenza pacifica e costruttiva tra fratelli, ad una realizzazione compiuta della nostre persone in quanto creature di Dio.
AUTORI: I commenti di questo mese sono curati da Beatrice Granaroli
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi