Mille anni fa un monaco benedettino di Ravenna, fra Romualdo, sostò tra le colline del Casentino, ne trovò alimento spirituale, e vi fondò un eremo, con altri cinque fratelli, sviluppando, poco per volta, una vocazione che fece da ponte tra l’ascesi contemplativa dell’Oriente cristiano e la missione evangelizzatrice d’Occidente.
Da subito Camaldoli propose un aspetto eremitico di studio e ricerca coniugato con un altro, cenobitico, di vita comunitaria e aperta all’ospitalità. Da allora questa anima camaldolese si è mantenuta e sviluppata, aprendosi – nei diversi monasteri che portano questo nome, in varie parti del mondo – all’incontro con altre tradizioni religiose, al dialogo con la cultura laica, al colloquio con le istanze della modernità e della politica. Oggi nuove sfide attendono la vita religiosa in genere, e anche le vite dei monasteri. Ne parliamo con il priore generale, Alessandro Barban, con Gianni Giacomelli priore del monastero di Fonte Avellana e Marta Tedeschini, monaca del monastero camaldolese dell’Aventino a Roma.
Trasmissione di Radio Rai 3 del 11/02/2012 con Alessandro Barban, Gianni Giacomelli e Marta Tedeschini