Era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine. Il Cristo è ormai giunto alle sue ultime ore e vive questi ultimi passaggi della sua vita terrena con la consapevolezza della morte imminente. Non c’è nulla che non gli sia presente; si può dire che l’intera sua esistenza sia stata un prepararsi a questo momento e alla sua realizzazione.
Sebbene la componente umana di paura si faccia ora più che mai evidente, Egli vive al contempo una comunione piena col Padre, una totale corrispondenza delle due volontà. Il testo si sofferma nel sottolineare che «il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che venuto da Dio a Dio tornava».
Qui entra in campo la libertà del Figlio dell’Uomo: potrebbe decidere di vivere in qualunque modo l’attesa della sua ora, avendo in sé la consapevolezza che egli “possa tutto”; di quel tutto, Gesù ne fa una carezza rivolta ai suoi discepoli, un esempio di amore quanto il lascito di una missione. Ecco—è come se dicesse—vi ho dato l’esempio nella mia ora più cruciale, per testimoniarvi quanto ho a cuore che facciate lo stesso. Andate e ricordatemi in ogni gesto ispirato a questo.
AUTORI: I commenti di questo mese sono curati da Beatrice Granaroli
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi