Così inizia il Triduo, con la prima cena, non l’ultima. Con quel seder di Pesach che ha mostrato al mondo la misura dell’amore di Dio, con quella prima azione di un lungo, definitivo, drammatico dono d’amore che stiamo per celebrare, grati, emozionati ed attoniti.
Avendo amato i suoi che erano nel mondo li amò sino alla fine, chiosa Giovanni. E così accade: quel dono consegnato ad apostoli ignari, goffi, affatto consapevoli, nella totale e drammatica solitudine di Dio, è l’inizio della Passione, è il definitivo ed ultimo sì di Gesù al Padre e del Padre all’umanità.
Capiranno, gli uomini? Capiremo? Che Dio si fa servo della nostra felicità? Che Dio si fa dono perché possiamo vivere trasfigurati da figli? Capiremo? Celebriamo in obbedienza a quell’ordine, fate questo in memoria di me, con il cuore colmo di silenzio e di stupore. Ecco, Dio si dona, ecco si fa pane, accessibile, nutrimento, farmaco. Ecco, è con noi.
E inizia la grande notte in cui anche noi ci sediamo al Getsemani a vedere un Dio che muore per amore.
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