UDIENZA GENERALE di PAPA FRANCESCO
Aula Paolo VI
Mercoledì, 30 Marzo 2022
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Il Viaggio Apostolico a Malta
Cari fratelli e sorelle, buongiorno e benvenuti!
Sabato e domenica scorsi mi sono recato a Malta: un Viaggio apostolico che era in programma da tempo: è stato rimandato due anni fa, per il covid e le sue conseguenze. Non molti sanno che Malta, pur essendo un’isola in mezzo al Mediterraneo, ha ricevuto prestissimo il Vangelo. Perché? Perché l’Apostolo Paolo fece naufragio vicino alle sue coste e prodigiosamente si salvò con tutti quelli che stavano sulla nave, più di duecentosettanta persone. Racconta il libro degli Atti degli Apostoli che i maltesi li accolsero tutti, e dice questa parola: «con rara umanità» (28,2). Questo è importante, non dimenticarlo: “con rara umanità”. Ho scelto proprio queste parole: con rara umanità, come motto del mio Viaggio, perché indicano la strada da seguire non solo per affrontare il fenomeno dei migranti, ma più in generale perché il mondo diventi più fraterno, più vivibile, e si salvi da un “naufragio” che minaccia tutti noi, che stiamo – come abbiamo imparato – sulla stessa barca, tutti. Malta è, in questo orizzonte, un luogo-chiave.
Lo è anzitutto geograficamente, per la sua posizione al centro del Mare che sta tra Europa e Africa, ma che bagna anche l’Asia. Malta è una specie di “rosa dei venti”, dove si incrociano popoli e culture; è un punto privilegiato per osservare a 360 gradi l’area mediterranea. Oggi si parla spesso di “geopolitica”, ma purtroppo la logica dominante è quella delle strategie degli Stati più potenti per affermare i propri interessi estendendo l’area di influenza economica, o influenza ideologica o influenza militare: lo stiamo vedendo con la guerra. Malta rappresenta, in questo quadro, il diritto e la forza dei “piccoli”, delle Nazioni piccole ma ricche di storia e di civiltà, che dovrebbero portare avanti un’altra logica: quella del rispetto e della libertà, quella del rispetto e anche la logica della libertà, della convivialità delle differenze, opposta alla colonizzazione dei più potenti. Lo stiamo vedendo adesso. E non solo da una parte: anche da altre … Dopo la seconda guerra mondiale si è tentato di porre le basi di una nuova storia di pace, ma purtroppo – non impariamo – è andata avanti la vecchia storia di grandi potenze concorrenti. E, nell’attuale guerra in Ucraina, assistiamo all’impotenza della Organizzazione delle Nazioni Unite.
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Secondo aspetto: Malta è un luogo-chiave per quanto riguarda il fenomeno delle migrazioni. Nel Centro di accoglienza Giovanni XXIII ho incontrato numerosi migranti, che sono approdati sull’Isola dopo viaggi terribili. Non bisogna stancarsi di ascoltare le loro testimonianze, perché solo così si esce dalla visione distorta che spesso circola nei mass-media e si possono riconoscere i volti, le storie, le ferite, i sogni e le speranze di questi migranti. Ogni migrante è unico: non è un numero, è una persona; è unico come ognuno di noi. Ogni migrante è una persona con la sua dignità, le sue radici, la sua cultura. Ognuno di essi è portatore di una ricchezza infinitamente più grande dei problemi che comporta. E non dimentichiamo che l’Europa è stata fatta dalle migrazioni.
Certo, l’accoglienza va organizzata – è vero, questo – va governata, e prima, molto prima, va progettata insieme, a livello internazionale. Perché il fenomeno migratorio non può essere ridotto a un’emergenza, è un segno dei nostri tempi. E come tale va letto e interpretato. Può diventare un segno di conflitto, oppure un segno di pace. Dipende da come lo prendiamo, dipende da noi. Chi a Malta ha dato vita al Centro Giovanni XXIII ha fatto la scelta cristiana e per questo lo ha chiamato “Peace Lab”: laboratorio di pace. Ma io vorrei dire che Malta nel suo insieme è un laboratorio di pace! Tutta la nazione con il suo atteggiamento, con il proprio atteggiamento, è un laboratorio di pace. E può realizzare questa sua missione se, dalle sue radici, attinge la linfa della fraternità, della compassione, della solidarietà. Il popolo maltese ha ricevuto questi valori insieme con il Vangelo, e grazie al Vangelo potrà mantenerli vivi.
Per questo, come Vescovo di Roma, sono andato a confermare quel popolo nella fede e nella comunione. Infatti – terzo aspetto – Malta è un luogo-chiave anche dal punto di vista dell’evangelizzazione. Da Malta e da Gozo, le due Diocesi del Paese, sono partiti tanti sacerdoti e religiosi, ma anche fedeli laici, che hanno portato in tutto il mondo la testimonianza cristiana. Come se il passaggio di San Paolo avesse lasciato la missione nel DNA dei maltesi! Per questo la mia visita è stata anzitutto un atto di riconoscenza, riconoscenza a Dio e al suo santo popolo fedele che è a Malta e a Gozo.
Tuttavia, anche lì soffia il vento del secolarismo e della pseudocultura globalizzata a base di consumismo, neocapitalismo e relativismo. Anche lì, perciò, è tempo di nuova evangelizzazione. La visita che, come i miei Predecessori, ho compiuto alla Grotta di San Paolo è stata come un attingere alla sorgente, perché il Vangelo possa sgorgare a Malta con la freschezza delle origini e ravvivare il suo grande patrimonio di religiosità popolare. Questa è simboleggiata dal Santuario mariano nazionale di Ta’ Pinu, nell’isola di Gozo, dove abbiamo celebrato un intenso incontro di preghiera. Lì ho sentito battere il cuore del popolo maltese, che ha tanta fiducia nella sua Santa Madre. Maria ci riporta sempre all’essenziale, a Cristo crocifisso e risorto, e questo per noi, al suo amore misericordioso. Maria ci aiuta a ravvivare la fiamma della fede attingendo dal fuoco dello Spirito Santo, che anima di generazione in generazione il gioioso annuncio del Vangelo, perché la gioia della Chiesa è evangelizzare! Non dimentichiamo quella frase di San Paolo VI: la vocazione della Chiesa è evangelizzare; la gioia della Chiesa è evangelizzare. Non dimentichiamola perché è la definizione più bella della Chiesa.
Colgo questa occasione per rinnovare il mio ringraziamento al Signor Presidente della Repubblica di Malta, così cortese e fratello: grazie a lui e alla sua famiglia; al Signor Primo Ministro e alle altre Autorità civili, che mi hanno accolto con tanta gentilezza; come pure ai Vescovi e a tutti i membri della comunità ecclesiale, ai volontari e a quanti mi hanno accompagnato con la preghiera. Non vorrei trascurare di menzionare il Centro di accoglienza per i migranti Giovanni XXIII: lì quel frate francescano che lo porta avanti, padre Dionisio Mintoff, ha 91 anni e continua a lavorare così, con l’aiuto dei collaboratori della Diocesi. È un esempio di zelo apostolico e di amore ai migranti, che oggi ci vuole tanto. Noi, con questa visita, seminiamo, ma è il Signore che fa crescere. Che la sua bontà infinita conceda frutti abbondanti di pace e di ogni bene al caro popolo maltese! Grazie a questo popolo maltese per la sua accoglienza così umana, così cristiana. Grazie tante.
Saluti
[Saluto cordialmente i pellegrini di lingua francese, in particolare l’Ufficio Internazionale dell’Insegnamento Cattolico e i giovani venuti dalla Francia e dal Belgio. Fratelli e sorelle, in questi momenti in cui il mondo affronta grandi fenomeni migratori, impariamo, sull’esempio dei maltesi, a vincere l’indifferenza e la paura dell’altro per costruire società fondate sull’accoglienza e la solidarietà. Su ciascuno di voi invoco la Benedizione di Dio.]
[Saluto i pellegrini di lingua inglese presenti all’udienza odierna, in particolare quelli provenienti da Danimarca e Stati Uniti. A tutti auguro che il cammino quaresimale ci porti alla celebrazione della Pasqua con il cuore purificato e rinnovato dalla grazia dello Spirito Santo. Su ciascuno di voi e sulle vostre famiglie invoco la gioia e la pace del Signore Gesù.]
[Saluto di cuore i pellegrini di lingua tedesca. Maria ha fedelmente accompagnato suo Figlio sulla via della croce. Lei sia anche con noi in tutte le tenebre del nostro tempo. Ci conduca a suo Figlio che, attraverso la sua morte e risurrezione, ci ha aperto la via della gioia eterna.]
[Rivolgo un saluto speciale ai pellegrini di lingua portoghese, in particolare alle scolaresche di Lourinhã. Vi ringrazio per le preghiere, soprattutto quelle fatte per il mio recente viaggio apostolico a Malta. La nostra vita è un stupendo pellegrinaggio che può contare sulla vicinanza di Gesù. Lui ci spinge a trovarci e ad amarci, a vicenda, come fratelli. Dio vi benedica!]
[Saluto i fedeli di lingua araba. Rimanete saldi nella vostra fede in Gesù Cristo, perché vi ama, crede in voi e non vi deluderà mai. Il Signore vi benedica tutti e vi protegga sempre da ogni male!]
[Saluto cordialmente i pellegrini polacchi. Grazie per avermi accompagnato nella preghiera durante il mio pellegrinaggio a Malta. Durante questo tempo di Quaresima, che ci prepara alla celebrazione della Resurrezione del Signore, avete dimostrato una generosità straordinaria ed esemplare verso i nostri fratelli ucraini, per i quali avete aperto i cuori e le porte delle vostre case. Il Signore benedica la vostra patria per questa vostra solidarietà e vi mostri il Suo Volto.]
APPELLI
Le recenti notizie sulla guerra in Ucraina, anziché portare sollievo e speranza, attestano invece nuove atrocità, come il massacro di Bucha: crudeltà sempre più orrende, compiute anche contro civili, donne e bambini inermi. Sono vittime il cui sangue innocente grida fino al Cielo e implora: si metta fine a questa guerra! Si facciano tacere le armi! Si smetta di seminare morte e distruzione! Preghiamo insieme per questo…
E ieri, proprio da Bucha, mi hanno portato questa bandiera. Questa bandiera viene dalla guerra, proprio da quella città martoriata, Bucha. E anche, ci sono qui alcuni bambini ucraini che ci accompagnano. Salutiamoli e preghiamo insieme con loro.
Questi bambini sono dovuti fuggire e arrivare a una terra straniera: questo è uno dei frutti della guerra. Non dimentichiamoli, e non dimentichiamo il popolo ucraino. È duro essere sradicati dalla propria terra per una guerra.
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Ricorre oggi la Giornata Mondiale dello Sport per la Pace e lo Sviluppo, indetta dalle Nazioni Unite. Mi rivolgo agli uomini e alle donne di sport, perché attraverso la loro attività possano essere testimoni operosi di fraternità e di pace. Lo sport, con i suoi valori, può svolgere un ruolo importante nel mondo, aprendo strade di concordia tra i popoli, a patto che mai perda la sua capacità di gratuità: lo sport per lo sport, e non diventi commerciale. Quella amatorialità propria del vero sport.
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Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana – che sono la maggioranza. In particolare, saluto i coniugi e i sacerdoti assistenti dell’Associazione “Incontro Matrimoniale”, incoraggiando il loro servizio alle coppie di sposi, alle famiglie, ai fidanzati e a quanti vogliono migliorare la qualità delle proprie relazioni. Non dimentichiamoci che è importante il catecumenato matrimoniale: prima del matrimonio e dopo il matrimonio, i primi anni, per aiutare a sviluppare la bellezza della famiglia e del matrimonio. Saluto inoltre i sacerdoti formatori dei Padri Verbiti, come pure alunni e docenti delle Scuole “Dedalo”. Tutti esorto a portare ovunque la luce del Vangelo, mediante una gioiosa testimonianza cristiana.
Il mio pensiero va infine, come di consueto, agli anziani, agli ammalati, ai giovani e agli sposi novelli. Vi invito a vivere l’imminente Settimana Santa con intensa partecipazione al Mistero dell’amore redentore, che in essa verrà ricordato. La luce del Figlio di Dio, crocifisso e risorto, vi guidi alla testimonianza della sua verità, la quale apre la mente dei giovani, rasserena il cuore dei malati e degli anziani e sostiene il mutuo amore degli sposi. A tutti, la mia benedizione!
Per gentile concessione di © Copyright – Libreria Editrice Vaticana
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