LUNEDÌ 04 APRILE – QUINTA SETTIMANA DI QUARESIMA [C]
Gesù rispose loro: «Anche se io do testimonianza di me stesso, la mia testimonianza è vera, perché so da dove sono venuto e dove vado. Voi invece non sapete da dove vengo o dove vado. Voi giudicate secondo la carne; io non giudico nessuno».
I giudei giudicando secondo la carne, giudicano dalla superbia e dall’invidia, da ogni vizio e peccato che governa il loro cuore e muove la loro volontà. Giudicare dalla carne è giudicare dalla stoltezza, dall’insipienza, dalla grande cecità spirituale che avvolge la loro vita. È però una cecità colpevole, perché loro rifiutano la luce che Cristo Gesù sta offrendo loro. Questa verità così è rivelata da Gesù nell’episodio del cieco fin dalla nascita guarito da Gesù: “Passando, vide un uomo cieco dalla nascita e i suoi discepoli lo interrogarono: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?». Rispose Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio. Bisogna che noi compiamo le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può agire. Finché io sono nel mondo, sono la luce del mondo». Detto questo, sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: «Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe» – che significa Inviato. Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva” (Gv 9,1-7).
Con questo grande miracolo i farisei avrebbero potuto convertirsi, se non avessero impugnato la verità conosciuta. Essi non potendo resistere all’evidenza storica accusano di peccato il cieco nato, ormai vedente e lo cacciano fuori: “Gesù seppe che l’avevano cacciato fuori; quando lo trovò, gli disse: «Tu, credi nel Figlio dell’uomo?». Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». Gli disse Gesù: «Lo hai visto: è colui che parla con te». Ed egli disse: «Credo, Signore!». E si prostrò dinanzi a lui. Gesù allora disse: «È per un giudizio che io sono venuto in questo mondo, perché coloro che non vedono, vedano e quelli che vedono, diventino ciechi». Alcuni dei farisei che erano con lui udirono queste parole e gli dissero: «Siamo ciechi anche noi?». Gesù rispose loro: «Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: “Noi vediamo”, il vostro peccato rimane» (Gv 9,35-41). Ecco perché la cecità dei farisei è colpevole. Gesù attraverso questo miracolo ha dato loro ogni grazia perché si potessero ravvedere. Invece loro hanno impugnato la verità storica e la loro cecità si è aggravata di un altro pesante peccato.
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Gesù sempre parlando di scribi e farisei, li ha chiamati ciechi. Non solo. Essi sono ciechi e guide di ciechi: “Allora i discepoli si avvicinarono per dirgli: «Sai che i farisei, a sentire questa parola, si sono scandalizzati?». Ed egli rispose: «Ogni pianta, che non è stata piantata dal Padre mio celeste, verrà sradicata. Lasciateli stare! Sono ciechi e guide di ciechi. E quando un cieco guida un altro cieco, tutti e due cadranno in un fosso!» (Mt 15,12-14). Quando si cade nella cecità sempre si giudica secondo la carne, cioè dal peccato. Ma quando si giudica dalla carne, dal peccato, anche le sentenze che si emettono sono dalla carne, dal peccato. Mai potranno essere sentenze di verità, luce, giustizia, santità. Qual è la sentenza secondo la carne che scribi e farisei emettono contro Gesù? La sentenza di farlo morire. Gesù infatti è già stato condannato a morte. Si attende solo il momento propizio per la sua esecuzione.
LEGGIAMO IL TESTO DI Gv 8,12-20
Chi non vuole sentenziare con sentenze di peccato, deve mettere il timore del Signore nel suo cuore. Deve avere una fede forte e pensare che lui, essendo giudice al posto del Signore, mai potrà emettere una sentenza di falsità, menzogna, inganno, frutto del suo peccato e della cecità spirituale che governa il suo cuore e la sua mente. Non c’è alcuna possibilità domani di presentarsi dinanzi al giudizio di Dio per chi ha emesso sentenze di peccato, perché volutamente cieco, avendo rifiutato ogni grazia e ogni luce a lui offerta dal Signore attraverso molteplici vie.
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Se per ogni parola vana saremo giudicati, figuriamoci quale sarà il giudizio per chi ha emesso sentenze, frutto del suo peccato, sentenze che hanno causato la morte spirituale prima o poi, spesso, anche la morte fisica. Chi è cieco neanche vede Dio e neppure lo conosce. La cecità spirituale giunge a togliere dal cuore e dalla mente anche le macro verità sul nostro Dio. Ognuno deve sapere che il peccato rende ciechi. Chi si consegna al peccato inevitabilmente diverrà cieco. Chi non si è guardato dal peccare, è responsabile di ogni sentenza di peccato. Madre di Dio, aiutaci.