Famiglia, Sogno di Dio – Commento al Vangelo per bambini/ragazzi di domenica 3 Aprile 2022

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Siete mai caduti in una trappola? No, certo, non quelle per i topi o quelle che alcuni bracconieri usano per catturare gli animali, ma una di quelle trappole che a volte si organizzano fra amici per scherzare un po’ per far dire o fare a qualcuno qualcosa e poi riderci su tutti insieme. Scherzare è importante e fa bene all’amicizia, ma dobbiamo sempre stare attenti a capire fino a che punto far arrivare il nostro scherzo, la nostra trappola, che non deve mai umiliare, non deve mai diventare una forma di bullismo.

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Ma se voi bambini usate le vostre piccole trappole per scherzare fra voi, i grandi purtroppo non sono così puri, e spesso, se due o più persone si mettono d’accordo per preparare una trappola per qualcuno, non è certo per riderci su insieme, ma per fargli del male.

Il brano del Vangelo che abbiamo ascoltato oggi, racconta di quella volta in cui un gruppo di scribi e farisei, i sapienti del Tempio, pensarono bene di preparare una trappola per Gesù.

È mattina presto, siamo a Gerusalemme; Gesù si è alzato quando era ancora buio, per pregare, poi è tornato al Tempio, come aveva fatto anche il giorno prima. Le persone sanno che il giovane Rabbi di Nazareth è al Tempio e accorrono in tanti per ascoltarlo.

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Mentre sta insegnando alla piccola folla che si è raccolta intorno a lui, ecco arrivare il gruppo di scribi e farisei, i sapienti del Tempio, i primi della classe, quelli che si comportavano sempre bene e che rispettavano tutta la Legge d’Israele, anche le più piccole indicazioni.

Trascinano per le braccia una donna che ha tradito suo marito. Per la Legge quella era una colpa gravissima, da punire con la morte. Ed infatti gli scribi e i farisei chiedono a Gesù: “Maestro, questa donna ha commesso questo peccato gravissimo e Mosè, nella legge, ci ha comandato punirla con la lapidazione; tu che ne dici?”

Riuscite a vedere dov’è la loro trappola? Gli stanno presentando un caso molto chiaro, una peccatrice che secondo la Legge di Mosè va lapidata, cioè uccisa lanciandole addosso tante pietre, fino a che i colpi e le perdite di sangue non la facciano svenire e poi morire. Terribile!

Gesù non potrà certo dire che Mosè e la Legge si sbagliano, se il Maestro dicesse una simile assurdità, gli scribi e i farisei sono già pronti ad arrestarlo accusandolo di essere blasfemo, di tradire Dio e la Scrittura.

Se invece il Rabbi di Nazareth, che ha sempre predicato il perdono, la misericordia, le Beatitudini, dovesse ora condannare questa donna, sono sicuri che la gente lo abbandonerebbe, non lo ascolterebbe più. Il loro obiettivo sarebbe raggiunto in ogni caso.

Ma il giovane Rabbi non sembra per nulla preoccupato dalla loro domanda. Si limita a chinarsi e si mette a disegnare con il dito nella terra. Disegni vaghi: ne fa uno, poi lo cancella con un gesto, poi ne fa un altro e lo cancella ancora… sembra completamente assorto da quei disegni.

Poi alza la testa, li guarda uno ad uno, e dà una risposta perfetta: “Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei”. E dopo, si rimette a disegnare per terra.

Gesù non cade nella trappola: volevano che pronunciasse un sì o un no, e lui non è stato al loro gioco, impedendogli di arrestarlo o di accusarlo. Non solo, li ha anche messi nella condizione di non poter più lapidare quella donna che avevano trascinato lì davanti a lui!

È come se avesse detto loro: – Potete sicuramente lapidarla, a condizione che a lanciare le pietre siano quelli che non hanno mai peccato.  –

Ditemi un po’: chi può dire, in piena coscienza, io non ho mai peccato? Chi, se si guarda dentro, può dirsi: non ho mai fatto nulla di male, mai una bugia, mai un po’ di vanità, mai un piccolo imbroglio, mai un po’ di invidia, mai uno schiaffo, un calcio o una parola sgarbata… Nessuno di noi, se è onesto con sé stesso, può sentirsi a posto, senza nessuna colpa, senza nessun peccato.

Quindi, anche se Gesù ha dato il permesso di scagliare la prima pietra, in realtà nessuno può compiere questo gesto.

Alcuni Padri della Chiesa commentano questo passo del Vangelo dicendo che, nelle parole che Gesù scrive, ciascuno dei presenti legge proprio i suoi peccati, le sue colpe più segrete, le sue vergogne più nascoste. Chinano tutti la testa, lo sguardo basso, che non è rivolto ai piedi, ma a quello che c’è nell’anima. Il Rabbi di Nazareth li ha guardati uno per uno, prima di pronunciare la sua risposta e tra gli scribi e i farisei, c’è chi si domanda: – Come fa quest’uomo a leggermi nel cuore? –

L’evangelista Giovanni annota che scribi e farisei si allontano, in silenzio, senza commentare, ma i primi ad andare via sono i più anziani, perché sono più consapevoli di non essere senza peccato. Tutti gli avversari di Gesù, tutti gli accusatori della donna, si allontanano, restano solo Gesù, gli apostoli e la donna, che se ne sta lì, rannicchiata per terra, a piangere, con la testa nascosta, ancora tremante di paura.

Ora che sono soli, Gesù le chiede con voce bassa e calma: “Donna, dove sono quei tuoi accusatori? Nessuno ti ha condannata?” Ed essa risponde: “Nessuno, signore.” Allora il Maestro e Signore la rassicura: ”Neppure io ti condanno; va’ e non peccare più”.

Attenzione, non le dice: Non fa niente! Non importa quello che hai fatto…
Gesù non giustifica il peccato, non lo perdona. Perdona però il peccatore. Non condanna la donna ma la invita a non tornare più sulla via del peccato, le offre la possibilità di ricominciare prima ancora di invitarla a non peccare più.

L’Impegno

Immaginate quanto amore e quanta tenerezza ci saranno stati negli occhi di Gesù mentre parlava con quella donna. Ecco bambini, Gesù guarda ognuno di noi con lo stesso sguardo carico d’amore e di tenerezza, ogni volta che andiamo a confessarci, ogni volta che con cuore sincero e pentito riconosciamo di aver sbagliato, di non aver vissuto secondo la sua Parola. Gesù non ci condanna, ma ci accoglie ogni volta che chiediamo perdono, invitandoci a non peccare di nuovo, a non tornare a percorrere la via del peccato, e attraverso l’assoluzione che ci dà il sacerdote, possiamo ricominciare, riprovare, riprendere il cammino con nuovo slancio.

Questa settimana allora, troviamo un po’ di tempo per andare a trovare Gesù nel confessionale e per farci accogliere e perdonare dal suo amore immenso. E poi, tutte le volte che ci sentiremo più bravi degli altri, migliori, pronti a criticare, a commentare, a giudicare o a prendere in giro, proviamo a riascoltare nel cuore la risposta data dal Signore Gesù agli scribi e ai farisei: “Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra”.

Buona domenica e buon cammino

Fonte: Famiglia, Sogno di Dio il blog di Paolo e Diane