“Dio ti ringrazio perché non sono come gli altri”
Spesso nella nostra vita possiamo renderci conto che siamo stati avvantaggiati di molto rispetto ad altri. Per costituzione fisica, per intelligenza, per posizione sociale, per retribuzione economica, per cultura, etc.. Ma come incide la nostra fede in tutto ciò? A volte neppure ne facciamo caso, lo consideriamo del tutto naturale per noi e merito delle nostre fatiche.
In questo caso il Fariseo del Vangelo ci insegna che almeno è doveroso ringraziare Dio per tutto questo. Chi invece ne ha consapevolezza rischia però di disprezzare chi ha di meno. In questo caso anche il ringraziare Dio per i propri successi non è profondamente sincero. Se si ringrazia Dio allora si attribuisce a Lui la ragione ultima di quello che si è conseguito e questo non permette mai di inorgoglirsi a tal punto da disprezzare gli altri.
Chi per carattere è piuttosto inclinato ad insuperbirsi e inorgoglirsi deve ad ogni occasione, anche le più semplici, sviluppare l’attitudine a ringraziare. In questo modo potrà equilibrare sempre più la tendenza ad attribuire solo a se stesso i meriti dei propri successi. Fermati a riflettere su tutti gli imprevisti che sarebbero potuti accadere, o alle persone che ti sono state vicino. Sei davvero sicuro che è solo merito tuo quanto hai realizzato?
In breve
Cosa ne fai dei tuoi successi e dei tuoi traguardi? È più facile per te inorgoglirti e attribuire a te quanto realizzato o ringraziare Dio perché sei riuscito a concludere positivamente quanto desideravi?
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