Nella seconda Domenica del Tempo ordinario, la liturgia ci propone il passo del Vangelo in cui
Giovanni Battista indica a due suoi discepoli che Gesù è “l’agnello di Dio!”. Tra di essi è Andrea, fratello di Simon Pietro. Chiedono a Gesù dove abiti. Il Signore risponde:
«Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui.
Su questo brano del Vangelo, ascoltiamo il commento del carmelitano, padre Bruno Secondin, docente di Teologia spirituale alla Pontificia Università Gregoriana:
C’è un’arte narrativa particolare in questo brano evangelico che ricorda i primi incontri di Gesù. Almeno tre scene distinte sono fuse insieme: l’incontro con il Battista e la sua esclamazione sorprendente; la curiosità dei due discepoli che vogliono conoscere dove abita Gesù, e soprattutto la sua identità misteriosa. E poi la reazione entusiasta di Andrea che annuncia al fratello Pietro la gioia di aver trovato il Messia. Esperienze diverse si sovrappongono quasi ad incastro: ciascuno dei protagonisti ha un proprio modo di capire e reagire. Il Battista segnala la presenza, con un titolo così originale da attirare l’attenzione e la curiosità dei suoi discepoli. I due discepoli dedicano una giornata intera per fare conoscenza del rabbì e restano legati a lui in modo profondo. Pietro non reagisce (per ora) al nome nuovo che Gesù gli attribuisce, ma il fatto è simbolico. Linguaggio usato e atteggiamenti concreti mostrano non solo le differenze, ma anche le somiglianze, perché in tutti v’è un processo, un cammino: guardare e capire, seguire e incontrare, cercare e trovare, riconoscere e annunciare. Sguardi che si incontrano, cammini che si affiancano, sensazioni che maturano in convinzioni, annunci che rivelano un cuore entusiasta. Questo è incontrarsi con Gesù. Una sequela che diventa professione di fede, affidamento generoso, vero discepolato. E noi cosa cerchiamo in Gesù?
Fonte: RadioVaticana