AUTORE: don Luigi Maria Epicoco
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Non è difficile creare massa intorno a noi. Basta sposare qualche slogan o dire ciò che la gente vuole sentirsi dire, ed è molto veloce il consenso che alza i numeri. Ma a Gesù non stanno a cuore le masse così. Vuole fare selezione, perché si accorge che è altissimo il rischio di seguirlo di pancia. Il Vangelo di oggi è un tentativo di fare questo:
“Mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato nessun segno fuorché il segno di Giona»”.
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Credere in rapporto a dei segni è un modo di essere cristiani molto diffuso ma che non conduce molto lontano. Infatti chi crede spinto dai segni, va sempre alla ricerca del sensazionale, delle forti emozioni, ma dimentica che il segno più grande Gesù ce l’ha dato sulla croce. Persino i suoi discepoli scappano tutti davanti all’esperienza della croce.
“Poiché come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione. La regina del sud sorgerà nel giudizio insieme con gli uomini di questa generazione e li condannerà; perché essa venne dalle estremità della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, ben più di Salomone c’è qui. Quelli di Nìnive sorgeranno nel giudizio insieme con questa generazione e la condanneranno; perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, ben più di Giona c’è qui”.
Gesù non è più una prefigurazione di ciò che accadrà, ma è il compimento di ciò che Dio ha promesso. Cercare qualcosa di diverso da Lui, significa perdere tempo, e pervertire il Suo messaggio. È come se Gesù volesse dire: la gente ha cambiato vita ascoltando la predicazione svogliata di un profeta come Giona, ma oggi voi ascoltate me che sono il Figlio di Dio e ne rimanete indifferenti.
O ancora: la regina del Sud ha divorato chilometri di strada per sentire parlare Salomone con parole di buon senso, e oggi voi ascoltate me che sono la Sapienza di Dio e fate finta di non sentire. Saranno loro stessi a condannarvi.
Un altro commento dopo il video.
Nuovo commento da Facebook
La generazione che cerca un segno non è semplicemente la generazione contemporanea a Gesù, ma è anche la nostra nella misura in cui continuiamo a rimandare i grandi cambiamenti attendendo il “segnale” giusto. Questo è innanzitutto vero nella vita personale di ciascuno di noi. Quasi mai siamo disposti a cambiare rotta anche quando constatiamo con chiarezza che siamo degli infelici e che viviamo una vita che sfiora la soglia della mediocrità.
Preferiamo la nostra pigrizia, la nostra abitudine e rimandiamo l’inizio dei nostri cambiamenti a un “lunedì prossimo” come tutte le diete che non faremo mai. Ma è vero anche a livello sociale, e comunitario. Eppure basterebbe semplicemente tornare ad aprire gli occhi, ad usare un minimo di buon senso e ad avere l’umiltà di lasciarci aiutare lì dove ci accorgiamo che la nostra libertà si è un po’ paralizzata. Delle volte ricominciare ad avere una vita spirituale coincide con il ricominciare ad usare la propria libertà muovendo battaglia alla nostra pigrizia.
È un’omissione tremenda quella di cui molto spesso ci macchiamo. Non facciamo ciò che potremmo fare. Rinunciamo al possibile e chiediamo a Dio di compiere invece l’impossibile. Ma un Dio tirato imballo per compiere l’impossibile mentre noi non facciamo il possibile, è un Dio mescolato con la magia, con la fantasia, con la tragedia che ci verrà addosso quando ci accoreremo che certe omissioni non sono mai senza conseguenze.