Gesù ha iniziato un lungo discorso chiedendo ai suoi di accogliere chi guarisce nel suo nome anche se non appartiene al gruppo dei dodici e, a seguire, id non scandalizzare i piccoli che si avvicina alla fede con cuore aperto e libero.
Così, ribadisce, scandalizza chi invoca Dio per giustificare il proprio maschilismo. Anzi, siamo chiamati ad imitare i bambini, non nel senso di diventare infantili, ma nella loro apertura al mistero e allo stupore. Caratteristica del bambino è quella di vivere un mondo vivido di possibilità, di fidarsi e di saper vedere oltre la realtà.
Così siamo chiamati a diventare: capaci di vedere con stupore l’opera di Dio in mezzo a noi, riconoscere la sua presenza, fidarci di lui, accogliere il regno in mezzo a noi. Non sono loro a dover imparare da noi per diventare adulti ma innalzarci noi alla loro altezza.
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