Per la durezza del vostro/nostro cuore․․․ questo organo non è il luogo dei “sentimentini” fugaci e ingannevoli. Nel linguaggio biblico con questo termine intendiamo tutta la persona nell’unità della sua coscienza, della sua intelligenza, della sua libertà. Quando Gesù parla del cuore lo concepisce come la sede e il principio della vita psichica profonda, dell’interiorità dell’essere umano, la sua intimità ma anche la sua capacità di pensiero. Il cuore è la sede della memoria, è il centro delle operazioni, delle scelte e dei nostri progetti. Ma il cuore è soprattutto il luogo in cui la Parola vive la sua gestazione, per poter poi sbocciare nelle nostre labbra e venire alla luce nelle nostre azioni!
Ma se la Parola non è vissuta nella nostra carne l’ascolto è vano, illusorio, addirittura, mortifero, perché quando non c’è vero ascolto fattivo si apre la strada alla terribile esperienza che i profeti (Geremia, Ezechiele․․․) definivano sklerokardía, “durezza di cuore”. Questa durezza è l’origine dell’appassire del gusto del per sempre che è all’origine dei nostri deragliamenti nel cammino dell’Amore.
Contro tale pericolo la Scrittura ci propone due terapie.
Una antichissima: nel secondo libro della Genesi la coppia è chiamata a diventare, con un cammino paziente, lento e graduale una carne sola. La chiave per non soccombere sta nella differenza tra i verbi separare e dividere: infatti, la separazione è all’origine della creazione, una coppia deve avere uno spazio di vuoto, uno spazio in cui guardarsi con amore rispettandosi nelle proprie particolarità e diversità. Se si tenta di sopprimere questo spazio sacro nascono le violenze, il desiderio di assimilare l’altro a sé stessi! La divisione invece è fare di questa distanza frattura, incomunicabilità, lontananza.
Mentre il Nuovo Testamento ci regala una seconda, e complementare, cura alle nostre defezioni dal per sempre: occorre aprire il cuore, operazione espressa dal verbo dianoíghein, che esprime l’azione risanatrice operata dalla Grazia di Dio.
Aiutaci Signore nel nostro cammino d’amore, spalanca le pupille del nostro cuore, perché, come affermato da Antoine de Saint-Exupéry, «Non si vede bene che col cuore».
Narciso Sunda SJ
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato