AUTORE: don Luigi Maria Epicoco
PAGINA FACEBOOK
“Alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, domandavano a Gesù se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie”.
In un mondo dove le cose rotte si buttano, non si aggiustano. In un mondo dove decidono le emozioni e non le libertà. In un mondo dove i piatti di plastica sono più comodi di quelli di porcellana perché possono essere buttati senza fare la fatica di lavarli. In questo mondo la parola del Vangelo di oggi suona come fuori luogo: “Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma”.
- Pubblicità -
Non nascondo che a volte la nostra vita è imprevedibile e non sappiamo mai che fine fanno i nostri sogni, ma almeno desiderare di amare qualcuno per sempre dovrebbe essere l’alfabeto base di ogni cristiano; al di là di quello che poi ci capita e magari ci costringe a rotte diverse da quelle che avevamo immaginato anche contro la nostra volontà.
Ma partire fin dall’inizio con l’idea che il “per sempre” sia qualcosa di non vivibile, significa accontentarsi di un amore che non ci unisce ma al massimo ci usa. In fin dei conti l’adulterio prima di essere un tradimento dell’altro è innanzitutto il mio fallimento come uomo o come donna. E per quanto a volte “ci si vanti di ciò per cui ci si dovrebbe vergognarsi”, certi modi di vivere vanno bene per le chiacchiere tra gli amici al Bar, ma non a rendere felici le persone.
Quindi invece di sprecare energie ad interpretare Gesù nella maniera più comoda a noi, troviamo il coraggio di prenderlo semplicemente in parola e di lasciare che la vertigine che ci procura la sua radicalità non serve a far nascere sensi di colpa ma ad allargare il nostro modo di vivere. Il dono di una regola non serve a restringere la libertà ma a renderla possibile perché il più grande dramma è trovarsi davanti alla vita e non sapere più appunto come regolarsi.
Quello che noi lamentiamo come diffuso senso di insicurezza viene forse dall’eclissi delle regole, che nella foga di rottamarle per sentirci più liberi non le abbiamo prese sul serio nella loro indicazione di fondo.
Un altro commento dopo il video.
Commento da Facebook
“L’uomo, dunque, non separi quel che Dio ha unito”. La pagina del Vangelo di oggi è di una chiarezza talmente tanto estrema da rischiare di far sentire alcuni che vivono situazioni di irregolarità matrimoniali, discriminati. Ma Gesù non dice ad alta voce una verità per discriminare qualcuno, ma esattamente per il suo contrario. Come potrebbe infatti qualcuno dire di amarti se poi non ti dicesse la verità?
Fatta questa premessa dobbiamo però stare attenti a semplificare eccessivamente la vita delle persone senza tener conto di tutto ciò che può accadere in essa. Quello che Gesù vuole salvare è il principio della fedeltà, della definitività, del valore del legame matrimoniale, che non può essere barattato con i capricci, gli egoismi, l’opportunismo di circostanza così fomentato da una società liquida e individualista come la nostra.
Ma poi c’è a volte tanto dolore, la mancanza di consapevolezza di una scelta, circostanze inimmaginabili che cambiano le carte in tavola. Ecco allora che la fede non è lì solo per dirti bianco o nero, ma per aiutarti e accompagnarti lì dove sei, e nella situazione specifica che stai vivendo. È una verità che delle volte a noi sfugge: Gesù proclama sempre principi chiari, ma si fa carico di tutta la gente, specie di chi fa più fatica anche a vivere quei principi.
Non si può pensare che la Chiesa diventi più accogliente smettendo di proclamare con chiarezza ciò che crede, ma impegnandosi a farsi vicina a tutti, anche a chi fa più fatica, come faceva Gesù. Una Chiesa solo di principi, non è la Chiesa di Cristo. Ma anche una Chiesa senza principi non è la Chiesa di Cristo. Leggere più il Vangelo potrebbe aiutarci a capire come Gesù sapeva tenere insieme queste due esigenze: la Verità e la vicinanza.