Fabrizio Morello – Commento al Vangelo del giorno, 22 Febbraio 2022

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“ Tu sei il Cristo, il figlio del Dio vivente “.

Questa è la famosa risposta che Pietro dà alla domanda di Gesu’: “ Ma voi, chi dite che io sia? “

Effettivamente si resta un po’ stupiti che questo discepolo, semplice pescatore che non aveva fatto  “ dotti studi “, possa aver dato una risposta da “ fine teologo “ all’interrogativo del Maestro.

Come è possibile?

“ Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato ma il Padre mio che è nei cieli “.

Le domande sorgono spontanee: “ Quando il Padre ha rivelato “ l’identità “ del Figlio a Pietro? “; “ C’è stato un dialogo personale tra di loro? “ ;“ Pietro è un privilegiato? “

Niente di tutto questo.

Pietro ha risposto alla chiamata di Gesu’ “ lasciando subito le reti e seguendolo “ ( Mt, 4, 20 ).

Per anni è stato alla sequela del Maestro, vivendo con Lui, divenendogli intimo.

Da questa relazione è nata la conoscenza del Padre in quanto, come leggesi in un noto passo del Vangelo: “ nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare “ ( Mt 11, 27 ).

La risposta di Pietro nasce quindi dall’ “ intima relazione “ che ha con Cristo.

Questo cosa vuol dire a noi?

Che per rispondere alla domanda fondamentale che ogni cristiano è chiamato a farsi, che è: “ Chi è Gesu’ per me? “, non è necessario essere “ dottori in teologia “ ma, come Pietro, vi si puo’ rispondere dicendo  “ Tu sei il Cristo, il figlio del Dio vivente “ solo se si ha intimità con il Padre, se lo si è conosciuto attraverso il Figlio e, quindi, attraverso la Scrittura e la preghiera.

Se si arriva a scoprire, attraverso questa “ intima relazione “, il “ Dio di Gesu’ Cristo “, si diventa, come Pietro, “ pietre vive “ su cui Gesu’ potrà costruire, in maniera solida, la Chiesa.

Ognuno si ponga oggi la domanda: “ Chi è per me Gesu’ “?

Dalla risposta che darà comprenderà che “ grado di intimità “ ha con il Maestro e con il Padre.

Buona giornata e buona riflessione a tutti.


A cura di Fabrizio Morello

Foto: mia.