Il potere debole di Dio
“Il potere è il controllo… questo è il potere!”, dice Amon Gothe, comandante del campo di concentramento nazista a Oskar Schindler. L’aguzzino del campo di concentramento si riferisce al potere di controllare vita e morte delle persone generando timore. Il potere viene dal farsi temere. Schindler ribatte che punire chi se lo merita e controllare con la forza della legge non è il vero potere, semmai è giustizia. Per Schindler il vero potere è quello degli imperatori romani che potevano graziare e risparmiare la vita, anche con un solo cenno della mano, a chi meritava la morte. Questo è il vero potere, il potere di perdonare anche chi non ne ha alcun diritto e anche colui che avremmo tutte le ragioni per farlo condannare.
Questo è uno dei dialoghi più intensi del film “Schindler’s list” di Stephen Spielberg, che narra dell’orrore della guerra e dell’odio raziale dentro il quale il mondo può cadere, e di come anche una sola vita salvata per amore, salva il mondo intero.
Il brano di Vangelo che abbiamo ascoltato, che ci ripropone l’insegnamento di Gesù ai suoi discepoli, contiene alcuni insegnamenti provocatori che non possono lasciarci tranquilli, e che mettono in discussione il nostro modo di affrontare la vita con i suoi problemi e i tanti torti e ingiustizie che subiamo (e anche che commettiamo). Amare i nemici, fare del bene a chi ci odia e ci ha fatto un torto, perdonare e arrivare persino a porgere l’altra guancia, davvero sembra avere una logica assurda, anzi non ha logica.
L’insegnamento di Gesù, “a chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra” non possiamo nascondere che ci appare fuori da ogni senso di giustizia. Pensiamo che sia logico e giusto che ad un torto si risponda con una punizione, così come ad una buona azione si risponde con un premio. Semmai riteniamo giusto che non ci sia mai vendetta e che la risposta sia sempre proporzionata a quanto abbiamo subìto. Ma certamente non ha senso per noi il “… il porgere l’altra guancia”, perché sembra giustificare chi fa il male e ci indebolisce nelle relazioni umane.
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Gesù appare davvero “ingiusto” in questi insegnamenti, proponendo un mondo rovesciato e un Dio rovesciato, un Dio dal potere debole, che ci porta ad amare chi non ci ama e a fare del bene a chi fa il male. Dove si finisce agendo tutti così in questo modo? Dio è ingiusto e debole con i cattivi?
Eppure è proprio la cronaca di questi giorni (fotocopia di tutte le vicende di guerra tra gli uomini) a suggerirci che davvero le parole del Vangelo non sono così sbagliate, ma sono la via giusta. Penso alla tensione internazionale tra Russia e Ucraina, tra separatisti e nazionalisti, tra occidente e oriente, tra economie europee e quelle orientali… Penso che ricercare un equilibrio di giustizia sia attualmente impossibile e l’unica via umana alla fine rimane la guerra. Ma penso anche che l’unica soluzione non sia altro se non con uno slancio unilaterale di bene, di incontro, di rinuncia, anche a costo di rimetterci economicamente, e che rompe l’equilibrio, sbilanciando la storia non verso il baratro del conflitto ma proprio verso il suo opposto, il bene comune e la pace.
“Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso…”, è la proposta esageratamente alta che Gesù fa ai suoi discepoli. Essere buoni come Dio, assumere il suo “potere debole” è possibile e rimane l’unica soluzione per risolvere tutti i conflitti e ritrovare la pace, anche nelle situazioni di male assoluto. Essere misericordiosi come Dio è possibile se ci crediamo davvero, e questo spezza le spirali di male, di torti e di dolore che sperimentiamo anche a livello personale e nelle nostre relazioni sociali e comunitarie.
Essere misericordiosi porgendo l’altra guancia con la speranza che questo spezzi il male, ecco questo è il vero potere debole che ci fa uguali al Padre di Misericordia, a Dio Amore!
Fonte: il blog di don Giovanni Berti (“in arte don Gioba”)